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Categoria: Filosofia

Epistemologia naturalizzata di Willard Van Orman Quine Analisi per un testo classico dell’epistemologia analitica

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Abstract

Epistemology Naturalized è un classico dell’epistemologia analitica, un testo di grande influenza sia in relazione alla grande quantità di contenuti che di argomenti presentati. L’articolo di Willard Van Orman Quine ha avuto un posto di rilievo nell’epistemologia analitica, nonostante la valutazione del suo contributo non sia facile da soppesare. In queste pagine mi concentrerò su alcune tematiche particolarmente importanti rispetto ad alcune posizioni epistemologicamente di rilievo. In special modo, cercherò di mostrare quali siano i sensi del progetto di naturalizzazione dell’epistemologia nella prospettiva quineana e tenterò di evidenziare come questo progetto generale e complessivo sia legato a varie tematiche della riflessione di Quine. In fine, presento un bilancio, parziale e illustrativo, dell’epistemologia naturalizzata all’interno dell’epistemologia analitica contemporanea.


The Chess Mind

The Chess Mind

Ivano E. Pollini

Accademia Scacchi Milano

Pollini1

“The Chess Mind is an important Mind, and important to more than Chess players.

The Chess Mind is of interest not only to Chess players, but to any philosopher or psychologist who is interested in the intellectual background of the present age”1

Gerald Abrahams2

Introduzione

L’attenzione di un giocatore di scacchi, quando applica la mente a un compito specifico, è completamente controllata dalla complessità della posizione sulla scacchiera e dai limiti delle sue capacità. Altri fattori, come il temperamento, l’esperienza e l’ambiente, influenzano indubbiamente il suo progresso nel gioco e lo sviluppo della sua mente verso la maturità, mentre i fattori emotivi – ansie e speranze –  influenzano la sua volontà di vincere. Insomma, sapere come funziona la mente quando gioca a scacchi non solo è importante per i giocatori, ma anche per i filosofi e gli psicologi interessati alla comprensione del sostrato intellettuale della propria epoca.

Le scienze cognitive comprendono i campi delle scienze umane, filosofia,  psicologia  e neuroscienze, che studiano la mente e il cervello umano, assieme ad altre discipline scientifiche, come l’intelligenza artificiale (IA) e la scienza dei computer, che cercano di realizzare una macchina capace di risolvere problemi tipici dell’intelligenza umana [1-4]. Queste scienze si occupano anche di aspetti del gioco degli scacchi, come il gioco alla cieca (blindfold chess), la composizione di problemi e studi e la sfida uomo-computer, per cui gli scacchi sono diventati un modello importante per lo studio della mente e del cervello umano. La psicologia e le neuroscienze sono importanti per la nostra vita, poiché la conoscenza dei meccanismi con cui opera la psiche e il cervello umano possono essere d’aiuto nella soluzione di alcune delle sfide del nostro tempo, dalla lotta alle malattie neurovegetative alla comprensione dei sentimenti, che sono alla base delle nostre passioni e dei nostri gusti. Ormai questi interrogativi non interessano più solo gli specialisti, ma sono divenuti di attualità anche per l’uomo comune.

Gli scacchi e guerra – Convergenze e differenze tra due mondi paralleli

Ti interessa leggere un libro sulla filosofia della guerra e gli scacchi? L’eterna battaglia della mente!


Abstract

Gli scacchi sono uno dei wargame (gioco di guerra) più antichi della storia. Essi si sono imposti nel panorama occidentale come il gioco per eccellenza, perché esso ha delle evidenti affinità con l’attività militare. Si tratta solo di una metafora oppure c’è qualcosa di più profondo che lega gli scacchi e la guerra?


Gli scacchi sono tra i più antichi wargame della storia, cioè dei giochi che hanno a che fare esplicitamente con la guerra o con uno dei suoi molteplici aspetti. Già nella loro simbologia gli scacchi incorporano elementi propriamente bellici: il re, l’alfiere, il cavallo, la torre sono tutti dei componenti degli eserciti “classici”. D’altra parte, i pedoni rappresentano la fanteria leggera e la donna il consigliere del re. Addirittura l’arrocco mima l’edificazione di un castrum dal quale la protezione del re-generale viene aumentata.

Capitolo 28. L’inizio dell’uomo: la sua nascita

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Veniamo al tema della nascita umana in quanto espressione, non più a livello cosmico e piuttosto individuale e collettivo, della vittoria dell’essere sul non-essere, della luce sulle tenebre. Il legame tra la singola esistenza e il Tutto, o l’insieme di tutte le esistenze, sembra essere molto stretto secondo il pensiero vedico. Per capirlo basta analizzare la motivazione con cui si attribuisce la proprietà della sacralità all’atto di generazione e nascita dell’uomo.

Gli scacchi come fenomeno culturale: perché gli scacchi hanno avuto da dire nella storia dell’Occidente

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Leggi la scheda su L’evoluzione delle pòlis e le guerre persiane


Abstract

Gli scacchi sono il gioco dell’Occidente, nonostante essi siano nati tra l’India e la Persia, due culture tipicamente altre rispetto a quella propriamente occidentale. Tuttavia, la loro sistemazione canonica è da ascrivere sostanzialmente alla storia e alla prassi del gioco coltivata in Europa e in Occidente in generale.


Gli scacchi sono il gioco dell’Occidente. Si dice che la loro origine sia retrodatabile a culture e leggende precedenti alla loro canonizzazione occidentale e questo è senza dubbio accettato dalla maggioranza degli studiosi. Tuttavia, la loro canonizzazione classica, cioè quella più ravvicinata a quella attuale, sia rispetto alle regole che alle prassi di gioco e di circolazione dell’informazione, è avvenuta in Europa tra i secoli XIII-XIX. Gli scacchi non sono mai stati l’unico gioco a disposizione delle elite o delle masse: la caccia e il gioco d’azzardo sono stati storicamente i giochi più in voga nell’alta aristocrazia sino alla sua quasi definitiva scomparsa dall’Europa continentale e dall’Occidente in generale. Mentre le masse tipicamente hanno trovato in giochi più accessibili le loro valvole di sfogo: prima in giochi di carte piuttosto che nel gioco delle pulci e poi negli sport. Gli scacchi, come la musica classica, hanno trovato un loro inquadramento su una posizione mediana: essi non escludono le elite, ma la creano.

Capitolo 27. Il rapporto dell’uomo con Aurora

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Il passo VII,81 del Rg-veda permette al lettore di farsi un’idea abbastanza chiara di quale sia il rapporto dell’uomo con Aurora. Innanzitutto, dobbiamo notare che un tale rapporto si sviluppa in due direzioni: dall’Aurora all’uomo e dall’uomo all’Aurora.

Capitolo 26. L’inizio: l’Aurora

Prarthana1830590, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

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Il passo I,113 del Rg-veda, caratterizzando con poesia ma precisione l’Aurora, la Figlia del Cielo, permette di dedicarci, ora con maggiore ricchezza di dettagli rispetto alla pubblicazione precedente, alla sua descrizione e all’individuazione del suo percorso, così come questi sono concettualizzati dal primo pensiero vedico.

Ora c’è luce, la più bella di tutte le luci.

L’ideale democratico – Teoria e Fondamenti

Abstract

La democrazia non è solo un sistema di governo o, perlomeno, è un sistema di governo fondato sul riconoscimento di alcuni valori indissociabili dell’individuo: il principio della dignità universale è la base costitutiva della democrazia. La democrazia, nonostante si radichi in un approccio filosofico progressista e costruttivo, ha avuto critiche inveterate sia dai sostenitori della monarchia che, soprattutto, dai difensori dell’atteggiamento tecnocratico. Questo saggio vuole mostrare non soltanto che la democrazia sia il miglior sistema politico, e le ragioni di questo fatto, ma anche quale siano i valori fondamentali del sistema democratico. E del perché, a conseguenza di ciò, si possa parlare di un ideale democratico: ideale possibile che noi orgogliosamente difendiamo.


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Vuoi leggere un libro in cui si analizza il tema dell’ideale democratico? Leggi l’ultimo capitolo di Filosofia pura della guerra!


Capitolo 25. L’emergenza della vita

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Con le prossime pubblicazioni giungiamo alla conclusione della prima parte, titolata Aurora e Nascita. La fine della prima parte, che si è concentrata sui processi di creazione e venuta all’essere, è a sua volta titolata L’emergere della vita e permette di compiere il passaggio dalla riflessione sui processi di creazione alla successiva riflessione sui processi di crescita e sviluppo. L’emergenza della vita è da intendere a più livelli: cosmico, umano, e interiore o spirituale.

Filosofia del linguaggio – Approcci possibili alle teorie della verità

Abstract

In questo articolo cercheremo di riportare alcune tra le principali teorie della verità presenti nell’attuale panorama della filosofia del linguaggio. La trattazione è essenziale e di natura prettamente divulgativa. Essa non ha la pretesa né di esaustività né di completezza. Per tanto, il lettore è invitato a leggere quanto gli serve solo come avvio di una più profonda e proficua ricerca personale.


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Pragmatica del linguaggio o Filosofia della mente?


Struttura articolo

1. Premessa indispensabile

2. Strumentalismo-pragmatismo e relativismo

3. Approccio epistemico alla verità (AEV)

4. Realismo, antirealismo e verità

5. Deflazionismo: svalutazionismo, teoria svalutativa prosentenziale e minimalismo deflazionista

5.1 Svalutazionismo

5.2 Teoria deflazionista prosentenziale

5.3 Minimalismo deflazionista

5.4 Critiche alle teorie deflazioniste

6. Teoria della verità come corrispondenza

7. Conclusioni

Bibliografia

 

1. Premessa indispensabile                         

La filosofia del linguaggio si fonda su due problemi fondamentali: teoria del significato e teoria della verità. Fornire una teoria del significato (riferimento o denotazione) non determina necessariamente una teoria della verità. Il significato, o riferimento, di una proposizione è ciò a cui una proposizione si riferisce, quale che sia la nozione del “significato” che supponiamo intesa. Caratterizzare la nozione di riferimento è una delle due sfide fondamentali della filosofia del linguaggio classica, che vanta un’illustre tradizione e una letteratura plurimillenaria.