Table of contents
1. Introduzione
2.1 L’analogia con il tunnel
2.2 Un esperimento e alcuni casi clinici
3 Hic et Nunc
4 L’autocoscienza come conseguenza dell’evoluzione
5 Conclusioni finali
6 Bibliografia
1 Introduzione
In questo mio articolo affronterò il tema della coscienza dal punto di vista di Thomas Metzinger, docente di Filosofia teoretica presso l’Università di Johannes Gutenberg di Mainz, in Germania.
Il filosofo tedesco vede l’insorgere della coscienza come un aspetto caratterizzante la teoria evoluzionistica darwiniana, la sua posizione viene presentata come materialistica e, tutto sommato, vicina a quella dei coniugi Churchland, i quali sostengono l’inesistenza del fenomeno della coscienza, poiché non riconducibile ad una sostanza mentale distinta da quella materiale. La coscienza dovrebbe, per i Churchland, essere descritta in futuro attraverso termini scientifici, ovvero ogni singola esperienza cosciente deve essere riconducibile ad una particolare configurazione neuronale all’interno del cervello. Per questo motivo la loro teoria prende il nome di eliminativismo, in quanto essa elimina dal proprio quadro concettuale, che cerca di essere più vicino possibile alla scienza, ogni singolo riferimento a termini riguardanti la coscienza o stati mentali. Essa si concentra solamente sugli eventi fisici, mentre l’idea è che in futuro la coscienza diventi un termine obsoleto così come lo è diventata la parola flogisto. Se osserviamo da vicino questa teoria essa si presenta, a mio parere, come l’opposto del dualismo cartesiano, il quale sosteneva la vera e propria esistenza di una sfera mentale contrapposta a quella fisica, tanto da cercarne una corretta descrizione in ambito scientifico.