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Categoria: Filosofia Applicata

Il paradosso meretricio

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Consigliamo I paradossi dalla A alla Z di Michael ClarkUn paradosso per lo storicismo


Problema: in una strada x ci sono n prostitute. Nella strada z perpendicolare a x, ci sono n – 1/2 prostitute. Nella strada y, dove y è parallela a x ci sono 0 prostitute. Perché le prostitute tendono a concentrarsi tutte in una o due strade al massimo pur lasciando tutte le altre immediatamente vicine vuote?

Il problema del paradosso meretricio nasce da una constatazione di fatto. Ho abitato in tre città diverse e ho avuto modo di vederne molte di più. Ma il risultato è sempre lo stesso. Che si passi in macchina o si passeggi a piedi, quando si conoscono ormai da un po’ le strade di una città, si scopre facilmente che le prostitute sono concentrate in una strada e poi si diradino al massimo in una o due ma non si spandano a macchia d’olio (come per certi versi sarebbe intuitivo aspettarsi). Tra l’altro si tratta di una constatazione comune.

Ho forti dubbi che ci sia una sorta di superorganizzazione del traffico, una sorta di rettiliana affiliazione internazionale generale delle signore (o signori), perciò la soluzione va cercata in altro. E sia detto per inciso che la stessa regola di massima concentrazione varrebbe anche nel caso delle case chiuse, in cui le lavoratrici si concentrano direttamente negli stabili e che le lascia libere dalle infinite malattie, tirannie e violenze del mondo della strada, la cui ingiustizia è almeno pari alla tristezza della loro condizione lavorativa. Perché nessun uomo di fede o laico può realmente pensare che sia accettabile avere delle giovani donne abbandonate al ciglio della strada piuttosto che con un tetto sulla testa. Perché se è vero che siamo tutti esseri umani e abbiamo tutti una dignità, allora ciò vale anche per chi è costretto ad usare il proprio corpo per guadagnare, quel corpo che altri usano quando e come vogliono e magari per provare ad essere felici… detto questo non mi sento in dovere di replicare a inutili commenti sull’argomento, nel caso strano in cui ce ne fossero. Chiedo ai lettori di portare pazienza, ma temo che non sia la sede giusta per inutili quanto sterili polemiche.

Stirare o non stirare, questo il problema!

Ferro

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Tutto è iniziato dieci anni fa, quando iniziai la mia vita d’apolide in mezzo all’Italia. La prima esperienza che fa un uomo trapiantato in un altro posto: le mutande non si lavano da sole e le calze si possono girare una sola volta, secondo una pratica non molto igienica che però non mai praticato! Non solo. Ma il frigorifero tende misteriosamente a svuotarsi di continuo e non si riempie se qualcuno non mette dentro delle nuove vivande. Inoltre le stanze hanno una peculiare perversione devota all’aumento dello sporco e sono piuttosto restie a lavarsi senza chiedere l’intervento esterno di qualcuno. Inoltre, i cibi si mangiano per lo più cotti e alcuni sono così bastardi da non potersi digerire se non prima cucinati. Il che li rende, prima facie, più antipatici degli altri, per quanto una dieta equilibrata appunto preveda l’esclusione di quei beni di consumo più buoni (magari) ma anche meno salutari… Non si può vivere di sole patate fritte in busta o di wurstel crudi, due delle colonne portanti di molti studenti fuori sede. Per non parlare, poi, del disordine sistemico o causale che esso sia, a dimostrazione che l’entropia esiste eccome!

Uno studio epistemologico su Wikipedia: vizi e virtù epistemiche di una risorsa epistemica fondamentale del XXI secolo

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Consigliamo – A cura di Giangiuseppe Pili e l’Introduzione schematica all’epistemologia


Abstract

Wikipedia è uno dei fenomeni epistemologici del XXI secolo. Si tratta, infatti, di una rivoluzione in ambito conoscitivo paragonabile alla nascita dell’enciclopedia nel XVIII secolo. Non si tratta di un’esagerazione perché la quantità di accessi degli utenti in Wikipedia è tale da essere una delle risorse epistemiche più cercate su internet: insieme a google e amazon, è uno dei siti più frequentati. La nostra analisi vuole considerare il fenomeno complessivo di Wikipedia sotto una prospettiva epistemologica sociale orientata ai sistemi. Il seguente saggio si richiama ad una recente analisi di Don Fallis, ma cerca di fornire una valutazione più estesa delle virtù e dei vizi epistemici di Wikipedia, pur senza entrare nei dettagli empirici considerati da Fallis (2011). La nostra conclusione è che Wikipedia è senza dubbio una risorsa epistemica importante ma il cui utilizzo non può e non deve essere acritico.


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Teoria della selezione sessuale dei generi di tipo * e # della specie @

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Consigliamo – Charles Darwin” Capire l’origine delle specie – a cura di Giangiuseppe Pili


Abstract

In questo articolo abbiamo proposto una teoria della selezione sessuale della specie pseudoimmaginaria degli @. Gli @ sono divisi in due categorie * e #, asimmetriche rispetto a scopi e interessi ma la cui cooperazione garantisce la massima razionalità riproduttiva della specie @. Per fondare il comportamento atteso degli * e degli # abbiamo formulato alcune caratteristiche generali di comportamento per il gruppo degli * e degli # che vorrebbe emulare alcune caratteristiche trofiche generali di alcune specie animali (almeno quelle con riproduzione sessuata). Il risultato è che gli interessi egoistici dei singoli * e dei singoli # sono diversi ma garantiscono condizioni di cooperazione estremamente vantaggiose per la specie. Sia detto che il modello assume alcuni assunti della teoria della selezione naturale di Darwin, che noi abbiamo considerato per gli @. Dall’insieme di caratteristiche degli individui di @ e dall’adozione di alcuni principi generali di selezione naturale si cerca di rintracciare il principio di massima razionalità che si fonda sullo scopo di aumentare il numero e la qualità complessiva della specie.

Scacchi e matematica: riflessioni ad ampio raggio


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Il binomio scacchi e matematica ha molto fascino, specialmente in questi ultimi tempi recenti, per ragioni eterogenee. E’ possibile considerare la relazione tra gli scacchi e la matematica da punti di vista anche molto diversi: gli scacchi applicati alla matematica, la matematica applicata agli scacchi, prospettive e problemi di scacchi e matematica uniti insieme, comunanze astratte ma importanti tra i due regni. Da un punto di vista filosofico, è indubbiamente l’ultimo punto ad essere maggiormente interessante. Ma due parole meritano di essere spese anche per le altre possibili prospettive.

Prima di procedere, non sarà fuori luogo notare che tanto gli scacchi che la matematica sono, a mio modesto avviso, due nomi per due categorie troppo vaste per riuscire a discriminare a sufficienza tutto ciò che con “scacchi” e “matematica” intendiamo, sia a livello tecnico che a livello intuitivo. Se, infatti, intendiamo la matematica come la teoria dei numeri, cioè qualcosa di abbastanza specifico, allora forse non coglieremo molte somiglianze con i finali degli scacchi. Viceversa, se con “scacchi” intendiamo esclusivamente l’insieme delle partite giocate nella storia, piuttosto che le regole del gioco catalogate dalla FIDE, allora sarà ben difficile trovare delle comunanze con “la matematica”. E’ evidente, allora, che dobbiamo approcciarci con il giusto spirito al problema, rilassare i termini e i concetti fino ad ammettere molto di quanto tecnicamente andrebbe sostanzialmente escluso.

Psicologia e sociologia nelle piattaforme sociali: uno sguardo al futuro

Table of contents

1.1 Aspetti sociologici

1.2 Le reti sociali e la loro “definizione impossibile”

1.3 La psicologia delle reti sociali

1.3.1 La dipendenza da social network fra i nativi digitali

1.3.2 Le opportunità nei social network

1.4 Conclusioni

2.1 Bibliografia

 

1.1   Aspetti sociologici

Uno degli argomenti che più mi ha coinvolto negli ultimi anni è l’analisi della nascita e gli effetti del fenomeno dei social network. Soprattutto, mi hanno incuriosito gli studi rivolti a questi interessanti programmi che tanta curiosità suscitano fra un gran numero di persone di varia estrazione sociale.

Gli aspetti, quindi, che andremo ad osservare riguardano quelli che possono essere gli effetti che un social network ha sul comportamento umano, effetti dati dalla struttura stessa del social network e dalla sua diffusione sempre più dilagante nella vita quotidiana delle persone. Questi effetti sono studiati dalla sociologia.

Filosofia del/nel tango

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Premessa

In questo scritto verrà fatta una analisi di alcuni elementi del tango (inteso come pratica di ballo di coppia) che ritengo interessanti dal punto di vista culturale.
L’idea di questo scritto mi è stata suggerita dallo scetticismo provocatorio di un mio amico filosofo nei confronti dell’idea che la pratica del tango possa considerarsi significativa sotto un profilo intellettuale e culturale. Ovviamente non sono di questo avviso, e la stesura di questo scritto mi ha dato l’opportunità di esaminare il tango da un punto di vista – per così dire – filosofico.
In sostanza in questo articolo verranno analizzati alcuni aspetti, le possibili interpretazioni sul “senso” e sulle finalità della pratica e dei suoi movimenti, e del contesto socio-culturale in cui la pratica del tango si inserisce. Tale analisi non ha alcuna pretesa di esaustività né di scientificità, data la natura estremamente soggettiva dell’argomento (interpretazione di un fenomeno culturale complesso), né ha alcuna pretesa di autorità (ho solo una modesta esperienza nella pratica del tango). In altre parole la mia analisi sarà impostata come soggettiva, e in quanto tale volta a mostrare aspetti della mia personalità così come della mia pratica, e in quanto opera soggettiva sarà soggetta a tutte le libertà e i vincoli del caso.

The Chess Mind

The Chess Mind

Ivano E. Pollini

Accademia Scacchi Milano

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“The Chess Mind is an important Mind, and important to more than Chess players.

The Chess Mind is of interest not only to Chess players, but to any philosopher or psychologist who is interested in the intellectual background of the present age”1

Gerald Abrahams2

Introduzione

L’attenzione di un giocatore di scacchi, quando applica la mente a un compito specifico, è completamente controllata dalla complessità della posizione sulla scacchiera e dai limiti delle sue capacità. Altri fattori, come il temperamento, l’esperienza e l’ambiente, influenzano indubbiamente il suo progresso nel gioco e lo sviluppo della sua mente verso la maturità, mentre i fattori emotivi – ansie e speranze –  influenzano la sua volontà di vincere. Insomma, sapere come funziona la mente quando gioca a scacchi non solo è importante per i giocatori, ma anche per i filosofi e gli psicologi interessati alla comprensione del sostrato intellettuale della propria epoca.

Le scienze cognitive comprendono i campi delle scienze umane, filosofia,  psicologia  e neuroscienze, che studiano la mente e il cervello umano, assieme ad altre discipline scientifiche, come l’intelligenza artificiale (IA) e la scienza dei computer, che cercano di realizzare una macchina capace di risolvere problemi tipici dell’intelligenza umana [1-4]. Queste scienze si occupano anche di aspetti del gioco degli scacchi, come il gioco alla cieca (blindfold chess), la composizione di problemi e studi e la sfida uomo-computer, per cui gli scacchi sono diventati un modello importante per lo studio della mente e del cervello umano. La psicologia e le neuroscienze sono importanti per la nostra vita, poiché la conoscenza dei meccanismi con cui opera la psiche e il cervello umano possono essere d’aiuto nella soluzione di alcune delle sfide del nostro tempo, dalla lotta alle malattie neurovegetative alla comprensione dei sentimenti, che sono alla base delle nostre passioni e dei nostri gusti. Ormai questi interrogativi non interessano più solo gli specialisti, ma sono divenuti di attualità anche per l’uomo comune.

Gli scacchi e guerra – Convergenze e differenze tra due mondi paralleli

Ti interessa leggere un libro sulla filosofia della guerra e gli scacchi? L’eterna battaglia della mente!


Abstract

Gli scacchi sono uno dei wargame (gioco di guerra) più antichi della storia. Essi si sono imposti nel panorama occidentale come il gioco per eccellenza, perché esso ha delle evidenti affinità con l’attività militare. Si tratta solo di una metafora oppure c’è qualcosa di più profondo che lega gli scacchi e la guerra?


Gli scacchi sono tra i più antichi wargame della storia, cioè dei giochi che hanno a che fare esplicitamente con la guerra o con uno dei suoi molteplici aspetti. Già nella loro simbologia gli scacchi incorporano elementi propriamente bellici: il re, l’alfiere, il cavallo, la torre sono tutti dei componenti degli eserciti “classici”. D’altra parte, i pedoni rappresentano la fanteria leggera e la donna il consigliere del re. Addirittura l’arrocco mima l’edificazione di un castrum dal quale la protezione del re-generale viene aumentata.

Gli scacchi come fenomeno culturale: perché gli scacchi hanno avuto da dire nella storia dell’Occidente

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Leggi la scheda su L’evoluzione delle pòlis e le guerre persiane


Abstract

Gli scacchi sono il gioco dell’Occidente, nonostante essi siano nati tra l’India e la Persia, due culture tipicamente altre rispetto a quella propriamente occidentale. Tuttavia, la loro sistemazione canonica è da ascrivere sostanzialmente alla storia e alla prassi del gioco coltivata in Europa e in Occidente in generale.


Gli scacchi sono il gioco dell’Occidente. Si dice che la loro origine sia retrodatabile a culture e leggende precedenti alla loro canonizzazione occidentale e questo è senza dubbio accettato dalla maggioranza degli studiosi. Tuttavia, la loro canonizzazione classica, cioè quella più ravvicinata a quella attuale, sia rispetto alle regole che alle prassi di gioco e di circolazione dell’informazione, è avvenuta in Europa tra i secoli XIII-XIX. Gli scacchi non sono mai stati l’unico gioco a disposizione delle elite o delle masse: la caccia e il gioco d’azzardo sono stati storicamente i giochi più in voga nell’alta aristocrazia sino alla sua quasi definitiva scomparsa dall’Europa continentale e dall’Occidente in generale. Mentre le masse tipicamente hanno trovato in giochi più accessibili le loro valvole di sfogo: prima in giochi di carte piuttosto che nel gioco delle pulci e poi negli sport. Gli scacchi, come la musica classica, hanno trovato un loro inquadramento su una posizione mediana: essi non escludono le elite, ma la creano.