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Categoria: Attualità

Abbiamo varcato il punto di non ritorno, ma io non ne ho paura


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Il trillo della rivoluzione

“Le vere rivoluzioni, quelle che non si limitano a cambiare la forma politica e il personale del governo, ma che trasformano le istituzioni e dànno luogo ai grandi trasferimenti della proprietà, lavorano a lungo sotterranee prima di scoppiare alla luce del giorno sotto l’impulso di qualche circostanza fortuita. La Rivoluzione francese, che colse alla sprovvista col suo impeto irresistibile non meno gli stessi autori e beneficiari, che quelli che ne furono le vittime, ebbe una lenta preparazione per più di un secolo. Essa nacque dalla sconcordanza, che tendeva a farsi di giorno in giorno più profonda, tra la realtà delle cose e le leggi, tra le istituzioni e i costumi, tra la lettera e lo spirito”, così inizia la monumentale Rivoluzione Francese degli storici Albert Mathiez e Georges Lefebvre. Come ogni cambiamento storico significativo, esso si fonda su una lunga catena di avvenimenti che si pongono alle spalle degli esseri umani i quali decidono infine per una direzione o per un’altra. Come il capitano di una nave senza precisa rotta, ma ispirato dalla ricerca di grandi ricchezze e con la perpetua paura di perdere la nave, gli esseri umani non possono cambiare ciò che sono, non possono decidere di vivere in un altro mondo o con altre persone. Esse però sono pur sempre ancora responsabili di ciò che vivono, nella misura in cui vogliono e dispongono.

Concerns Arising from Smart City Technology and Ways to Stay Private

Image from unsplash.com -Approved by the Author –

By Brad Smith

Currently, 55 percent of the entire world’s population lives in urban centers, and this proportion is expected to move to 68 percent by 2050. While increased population comes with advantages such as the expansion of the tax base, upsurge in consumer spending at neighborhood businesses, and increased labor force, it causes a big strain on resources and the environment.

With the number of interconnected devices becoming more and more every day, the IoT technology can help us mitigate the negative results of urban migration through smart city technology. Let’s look at some of the worldwide smart city trends and their benefits.

La Società Italiana di Intelligence istituisce le sezioni regionali

Carissimi lettori e carissime lettrici di Scuola Filosofica, è con piacere che annunciamo un importante sviluppo nel panorama culturale italiano. La Società Italiana di intelligence, sorta nel 2018 per promuovere il riconoscimento dell’intelligence quale materia di studio nelle università del nostro Paese, ha costituito le sezioni regionali. Le strutture regionali si articolano con una presidenza ricoperta da un docente universitario e una segreteria regionale da uno studioso o competente del settore. Il profilo dei responsabili conferma come l’intelligence rappresenti un originale e innovativo punto di incontro di saperi accademici nonché di competenze e interessi professionali e sociali diversi. I compiti delle sedi regionali riguardano la promozione dell’immagine delle attività della Società, la diffusione dello studio dell’intelligence negli atenei, la cura dei rapporti con i soci, la promozione e l’organizzazione di eventi scientifici e culturali, la presentazione di iniziative e di libri, l’organizzazione di eventi di formazione qualificati come seminari, corsi, master.

Lettera da un amico – Ai tempi del Covid-19

Io che vivo in un’isola pressoché deserta del Pacifico, ai confini della civiltà, e osservo ogni giorno le onde infrangersi sulle scogliere, ascoltando le grida degli uccelli e il rumore del vento, io che insomma me la spasso tutto il giorno, nudo, al sole… ho ricevuto da un caro amico della terraferma un messaggio recante notizie allarmanti ma anche qualche buona riflessione.

È tutto vero?

Carissimo amico,

spero tanto che questo messaggio ti trovi in buona salute. Hai saputo? Qui la situazione non è felice. Un virus si sta rapidamente propagando, e i nostri governi hanno imposto misure restrittive al fine di contenere l’epidemia. Le persone non escono dalle proprie abitazioni, la circolazione è fortemente ridotta, le scuole e i negozi sono chiusi e chi può farlo lavora da casa.

La libertà individuale è dunque limitata. Come diceva quel tale “Ogni anima o persona sia sottomessa ai poteri superiori, alle autorità costituite” (Rm 13, 1). E i poteri superiori, in questo frangente, ordinano di rimanere in casa. La limitazione della libertà di ognuno sembra essere l’unico mezzo per giungere al fine da molti desiderato, ovvero ridurre il contagio e il numero delle vittime.

Soluzionare is the way, votare pure!

« Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»

Le elezioni sono ormai prossime. La data calda del 4 marzo è dietro l’angolo. E come spesso è accaduto negli ultimi anni, nelle precedenti elezioni e/o referendum, il rischio di astensionismo è veramente alto. Gli elettori paiono scontenti e credono che l’andare a votare non comporterà nessuna differenza; credono che il loro voto non sarà importante.

Sui movimenti politici del XXI secolo

Ispirati dalle numerose e prestigiose conferenze tenute da Ivan Krastev, Chairman of the Centre for Liberal Strategies in Sofia, proponiamo una analisi ad ampio raggio sui vari movimenti politici del XXI secolo che si sono affermati o che vanno ad affermarsi soprattutto, ma non solo, in Europa. Gran parte delle osservazioni contenute in questo articolo sono, appunto, riprese dai risultati dell’ascolto di varie conferenze e su alcune riflessioni personali.

I movimenti politici sono sempre esistiti nella cultura politica europea, almeno dalla rivoluzione francese del 1789 in avanti. Da un punto di vista filosofico, le parole “un movimento politico” stanno per una descrizione definita che si riferisce ad un insieme di oggetti sociali vaghi e diversificati. Infatti, la dicitura “movimento politico” non solo non è un nome (un designatore rigido nei termini di Saul Kripke o, differentemente, come termine per un individuo singolo nella teoria di Frege e Russell) ma non è neppure una locuzione che si riferisce ad un solo tipo di insieme di individui. Il termine è vago ma anche l’oggetto identificato è sfuggente perché l’oggetto sociale in questione non è unico. L’insieme dei gatti è unico ed è chiaro, l’insieme dei movimenti politici include molte cose diverse all’interno. Il lettore avrà subito osservato che non ho impiegato la parola “organizzazione” e ciò è di proposito. Solamente alcuni movimenti finiscono per diventare vere e proprie organizzazioni. In particolare, proprio i movimenti politici più diffusi nel XXI secolo, distinti ad esempio dai partiti tradizionali (quindi per natura verticali), si autocaratterizzano come non-organizzati, come insieme di individui che partecipano alla stessa attività spontaneamente.

Dove è l’informazione di politica estera?

Questo articolo non ha grandi contenuti da offrire e lo scrivo soltanto perché più di una persona mi ha chiesto quali sono le mie fonti di aggiornamento circa tematiche complesse di politica estera. Prima di enunciare l’insieme di fonti da cui normalmente traggo le mie informazioni, vorrei specificare alcuni principi guida. Mi farò guidare da alcune delle più frequenti domande che mi vengono rivolte e a cui ogni volta devo dare risposte simili. Esse sono molto più diffuse di quanto non si pensi:

1. E’ vero che l’informazione dei media tradizionali non è attendibile?

Da filosofo, mi verrebbe da chiedere “cosa intendi con la parola attendibile”. Se con “attendibile” vuoi dire che è “realistica”, intendendo “che rappresenta la realtà dei fatti” allora sono relativamente attendibili. Qualcosa là fuori nel mondo esiste. Se con attendibile intendi “affidabile”, allora le cose purtroppo non stanno necessariamente così. Con “affidabile” intendo che le descrizioni dei fatti sono statisticamente più vere che false (anche all’interno dello stesso insieme di informazioni, ad esempio un servizio specifico di telegiornale). Infatti, bisogna fare un discrimine tra i media. I media tradizionali sono molto utili per questioni di politica interna o per fatti su cui dispongono di personale addetto sul campo (quindi la strage di paese, anche se molto polarizzata o strumentalizzata, può essere descritta efficacemente). Infatti, è possibile che i media tradizionali forniscano una particolare valutazione dei fatti, ma dietro alla valutazione si riesce a rintracciare i fatti. Mentre la politica interna non è tanto una questione di fatti, quanto di analisi, idee e valutazioni: cosa che si può fare senza impegnarsi sulla resa concreta di fatti. Ci vuol poco a parlare di ciò che un politico ha fatto, mentre ci vuole molto per capire se quel che ha fatto ha un senso. Cosa del tutto diversa, invece, è la politica estera proprio perché è elusiva e va compresa attraverso lunghe analisi storiche che, usualmente, non vengono offerte al pubblico e si è lecitamente disposti a sospettare che le si conosca anche a grandi linee. Inoltre, le informazioni sui fatti lontani (per esempio, notizie provenienti da qualche teatro di guerra) vengono acquistate da pochissime agenzie di informazione, di origine angloamericana.

Donald Trump – Il 45° presidente degli Stati Uniti d’America!

Gli Americani sono dei deficienti, ignoranti, poco dotati e dei faciloni? Questa la domanda ricorrente da anni, da quando Tocqueville compì il suo tour e cercò di descrivere agli europei il popolo americano e le sue istituzioni, gli europei… questi luminari splendenti di luce propria come il sole per diritto ancestrale o divino. In questo momento, e già da tre giorni, nessuno sembra capacitarsi del fatto che Donald Trump sia diventato il più importante uomo politico della maggiore potenza mondiale. La più ricca. La più armata. E dove ci sono le migliori università mondiali (che ancora si fatica a crederci!). E fanno pure colazione con un buon hamburger, colonna portante di ogni colazione vitaminica!

Si, certo. Tutto giusto. Ma è una potenza in calo. Come tutto l’Occidente, tramontato da cent’anni, che vede soltanto l’altro lato della luna. Quell’Occidente talmente tramontato che solo per via del tutto accidentale detta l’agenda politica di tutto il mondo, ma tant’è… Cala tutto, da sempre. Anche la voglia di riprodursi, di matrimonio. “In calo la propensione all’unione”. Addirittura si restringono sempre di più le taglie delle modelle e decresce la voglia di gelato al cioccolato! Oggi è tutto calato, sacre braghe comprese. Sbigottiti: un presunto sondaggio, precisissimo come tutti, dice che gli italiani davano vincente la Clinton dal 70% all’80%. Questo è un dato interessante e vale la pena di dire che Donald è stato presentato come poco più di un comico (nel migliore dei casi) e un mentecatto (nel peggiore dei casi, ma in quantità di tempo e spazio molto maggiore del caso migliore). Anche i sondaggi americani davano Clinton favorita: nel sito della CNN che ogni tanto frequentavo nel periodo preelettorale, l’amorevole Signora era data 47% contro 43% con un 4% marginale di cuscinetto-sicurezza. Raddoppiamo la sicurezza della CNN ad un paese straniero con i media infognati in dati di terza mano e scarsamente abili di riutilizzarli, interessati soltanto a costruire un personaggio “populista” (questo misterioso fantasma che si aggira per l’Europa) ad uso e consumo dell’uomo più o meno della strada che affolla il mondo medio dell’italiano standard che guarda ancora la televisione, questo demonio!

Pokémon Go e l’esercito dei filosofi digiuni

Che ci sia un nuovo giochino dei Pokemon è un fatto del tutto irrilevante, almeno per chi non si interessi in prima persona o per lavoro di videogiochi. È così irrilevante che faccio fatica fisica anche solo a parlarne [*].

Ora, se questa deve essere un’occasione di riflessione, lo sia non tanto sull’introduzione del gioco e sul fatto che sta avendo particolare successo, ma sul fatto che troppe persone – tra i miei conoscenti, circa due su tre – parla a sproposito, come pure spesso succede, commentando con luoghi comuni difficili da digerire. L’impressione è quella di essere davanti ad un implacabile esercito di filosofi che, digiuni da tempo di ispirazione critica sui temi della morale, del buon gusto e dell’ontologia, all’improvviso trovino le parole (inadatte) ad esprimere il loro genio lungamente represso.