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Premessa dell’Autore: “Nel 2018 mi è sembrato opportuno rivedere e ampliare un testo che in alcuni aspetti era stato in parte incompleto e che, secondo un’opinione espressa da alcuni giocatori e esperti, necessitava di una nuova edizione. Nella prefazione della seconda edizione, ho provato a dare al lettore una spiegazione della mia (incerta) decisione. All’inizio avevo provato un senso di smarrimento all’idea di riprendere una nuova scrittura del libro ma, se poi ho scelto di riscriverlo, lo devo in parte all’influenza di Siegbert Tarrasch che, all’inizio della carriera, aveva dichiarato di aver imparato a giocare a scacchi dopo aver fatto l’“astonishing discovery” che si potevano scrivere libri su questo affascinante passatempo. La forma del presente libro è rimasta nel complesso inalterata, ma la sua riscrittura ha comportato varie modifiche e miglioramenti. Per esempio, la parte sulla Psicologia negli scacchi è stata notevolmente ampliata ed è stato aggiunto un capitolo completamente nuovo sulla Teoria generale degli scacchi”. (Amazon.it 04-07-2019)
Commento su: “Un mistero in bianco e nero. La filosofia degli scacchi”
28 Gennaio, 2013
E’ uscito recentemente il libro del filosofo Giangiuseppe Pili: “Un mistero in bianco e in nero. La filosofia degli Scacchi”, Le Due Torri, Bologna, 2012.
Un libro originale e interessante, ma anche difficile. Da una rapida scorsa all’Indice e alla Bibliografia il lettore è subito confrontato con la ricchezza e complessità dell’argomento trattato dall’autore (Pili è filosofo e scacchista), dove oltre all’aspetto più propriamente filosofico chi legge è sollecitato a verificare la propria conoscenza in altri ambiti che vanno dalla logica simbolica, alla teoria del linguaggio, alla matematica, intelligenza artificiale ed anche un po’ di psicologia. Questi argomenti sono in parte accennati, ma vengono approfonditi in alcuni capitoli centrali del libro (Capitoli 5-9), e sono trattati dall’autore con sicurezza e perfino con un’audacia che stupiscono il lettore e che presuppongono in lui un’ampia cultura non dissimile da quella di chi scrive. Questo potrebbe essere un limite del libro oppure una sua virtù in relazione all’approccio del lettore.