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Autore: Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

Dedalus Ritratto dell’artista da giovane – James Joyce

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Consigliamo Gente di Dublino


Si era cacciato, vagabondando, in un labirinto di viuzze strette e sudice. Dai vicoli osceni sentiva scoppi di rauco tumulto, di risse e la canzone strascicata di ubriachi. Continuò ad avanzare, non scosso, domandandosi se era venuto a finire nel quartiere degli ebrei. Donne e ragazze vestite di lunghi abiti vistosi attraversavano la via da una casa all’altra. Passavano con indolenza, profumate. Lo prese un tremito e gli si offuscarono gli occhi. Sorgevano al suo sguardo agitato le fiamme a gas, gialle contro il cielo nebbioso, e bruciavano come davanti a un altare. Dietro le porte e nei corridoi illuminati c’erano gruppi, addobbati come per un rito. Era in un altro mondo: si era svegliato da un letargo di secoli.

 James Joyce

Dedalus Ritratto dell’artista da giovane è un romanzo autobiografico di James Joyce, tradotto con grande perizia da Cesare Pavese. La storia di Stephen Dedalus è quella di un giovane irlandese cresciuto all’interno della cultura propria dell’isola, così divisa tra un cattolicesimo ortodosso e l’amore rinascente verso le radici celtiche che sfociarono in un rinnovato e forte senso nazionalista, pur estraneo alla sensibilità di Stephen.

Il libro può essere diviso idealmente in cinque parti, scandite anche da vistose differenze nello stile. La prima parte racconta l’infanzia di Stephen, vissuta tra la casa e la scuola, periodo durante il quale Stephen già sembra possedere una coscienza introversa, schiva ma anche profondamente sensibile alla realtà e al dovere. La seconda parte narra l’esperienza di Stephen all’interno del collegio dublinese dei gesuiti, dopo che i genitori si erano trasferiti a Dublino. La terza considera il mutamento adolescenziale nel duplice aspetto della presa di consapevolezza di una nuova prorompente sessualità e dei tumulti di una coscienza sensibile e divisa tra le nuove passioni e il senso religioso propriamente cattolico, in cui la passione fatica a trovare una cornice coerente all’interno della vita dell’individuo rispetto all’esaltazione stessa dell’ascesi e del mistico. La quarta segna il momento di passaggio tra la coscienza prostrata di Stephen tra la passione e la religione, tra il sentimento ascetico e quello carnale in cui la svolta non stravolge la necessità razionale e passionale di Stephen ma la conduce verso l’esperienza estetica priva del sostrato religioso. L’ultima parte segna il completamento della maturazione del processo di liberazione di Stephen dalla religione all’arte, che sostituisce l’esigenza di purezza all’interno della sua coscienza inquieta.

Kafka. Crumb R. con testi di Mairowitz

Il volumetto Kafka è un grafic novel sulla vita e sulle opere di Franz Kafka, uno dei più grandi geni della letteratura del XX secolo. Il volume, non particolarmente lungo o impegnativo, ripercorre la vita di Kafka all’interno della quale vengono considerate le principali opere del praghese: Il processo, Il castello, America, Le metamorfosi e la celebre La colonia penale. Oltre alle vicissitudini biografiche, il lavoro cerca di rievocare la complessa relazione di Kafka con la famiglia, in particolare con il padre, il cui ruolo ha avuto un peso decisivo nella formazione di quella coscienza inquieta che pervase Franz sin da subito e sino alla fine.

Storia della Cina contemporanea: dalle guerre dell’oppio all’apertura cinese alla globalizzazione

https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Kissinger_Mao.jpg

Abstract

Questo articolo ripercorre ad amplissimo raggio e senza scendere nei dettagli, la storia della Cina contemporanea (1840-oggi). Considereremo le guerre dell’oppio come evento di partenza della storia della Cina contemporanea e chiuderemo con alcune considerazioni sull’attualità della Cina nel mondo globalizzato e di come essa si sia inserita all’interno delle grandi potenze politiche ed industriali.


Vuoi leggere un libro sulla storia della guerra fredda scritto dagli autori di Scuola Filosofica?

La guerra fredda – Una guida al più grande confronto del XX secolo

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Struttura dell’articolo

1. Premesse sulla storia della Cina: alcuni punti nodali

2. Le guerre dell’oppio (1840 – 1842) e gli eventi fondamentali che comportarono la perdita dell’indipendenza politica cinese: la guerra sino-giapponese (1885-1895), la rivolta dei Boxer (1899) e il crollo della dinastia dei Qing (1911)

3. Il Kuomintang e Sun Yat-sen, il Partito Comunista cinese (PCC) e il travagliato periodo della guerra civile sino alla vittoria del PCC nel 1949

4. Il primo e il secondo piano quinquennale. La rivoluzione culturale, la morte di Mao. Gli anni ’80-’90 e alcuni accenni allo stato di cose attuale

Cronologia essenziale

Bibliografia



1. Premesse sulla storia della Cina: alcuni punti nodali

Before Europeans first arrived in Asia, China was one of the most advanced and powerflul nations in the world. It was the most populous, was politically unified, and most important, it had mastered the art of agriculture. However, when Europeans first landed on China shores, they found a nation that had revered to traditional culture and warfare. Industrialization was almost nonexistent.

Prima che gli Europei arrivassero in Asia, la Cina era una delle più avanzate e potenti nazioni del mondo. Era la più popolosa, politicamente unita, e, più importante, padroneggiava l’arte dell’agricoltura. Tuttavia, quando gli europei sbarcarono sulle coste cinesi, trovarono una nazione che adorava la cultura tradizionale e il tradizionale modo di fare la guerra. L’industrializzazione era inesistente.

Kings’s College History Department – China in the 20th Century

La Cina è uno dei poli della civiltà. Quando in Europa non c’era che l’antica Grecia a promuovere attività culturali importanti e importanti riflessioni sui diritti civili, politici in Cina si era già affermata una formazione politica importante, con le connesse organizzazioni degli apparati politici, istituzionali e culturali. Nei secoli successivi, mentre l’Europa conosce un’unità imperfetta solo durante la massima espansione dell’impero romano, durante la storia della Cina ci sono stati quattro imperi unificati. 

Arabia Felix – Torkild Hansen

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Altro del genio di Hansen? Jens Munk o La costa degli schiavi!


Duecento anni più tardi, quando noi stessi siamo la prova che il calcolo era giusto, non facciamo più programmi a così lungo termine, forse perché, in fondo, non siamo più capaci di credere davvero a una posterità possibile. La minaccia di una distruzione atomica è diventata quasi una specie di pretesto dentro di noi per liberaci del fastidioso pensiero del futuro. Non si cerca più di procurarsi la fama né per sé né per gli altri, ci si attiene al giorno per giorno, rifiutato l’arte e la parte non distruttiva della scienza, e provocando con ciò, nel piccolo, una distruzione pari a quella di cui la bomba è l’immagine su vasta scala. Se, inaspettatamente, il nostro tempo dovesse subire l’opposta sventura di essere ricordato fra duecento anni, lo sarebbe unicamente per quello strano, quasi storico zelo che ha messo nel farsi dimenticare. Il futuro è già cominciato, si dice, ma non è vero. Il futuro è già passato.

 Thorkild Hansen

Arabia felix è un libro difficile da inserire in una categoria, cosa che spesso opprime gli scrittori dei cataloghi librari. Questa è un’opera che resiste ad una sua categorizzazione. Non è un romanzo, perché i personaggi non sono mai considerati dal loro personale punto di vista e il fatto stesso che si offra la ricostruzione di un fatto storico con tale dovizia di particolari è già di per sé un fatto peculiare. Per essere un libro di storia mancano le fonti e l’assetticità degli specialisti, nonostante la mole di studi a cui Hansen fa riferimento direttamente o indirettamente. Non è neppure un libro di sociologia o di storia della sociologia perché porta solo pochi dati. Allo stesso tempo, però, offre spaccati di vita quotidiana, di analisi psicologiche, sociologiche e, soprattutto, storiche. Ma, ancora, potrebbe anche essere un libro di filosofia, perché condensa in sé un’intera visione del mondo e, in particolare, di filosofia della storia. Ma non ci sono argomenti, non ci sono esplicite tesi, ipotesi e deduzioni.

L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera

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Si erano creati a vicenda un inferno, pur volendosi bene. Il fatto che si volevano bene era la dimostrazione che l’errore non era in loro stessi, nel loro comportamento o nel loro sentimento labile, bensì nella loro incompatibilità, poiché lui era forte e lei debole (…). Ma è proprio il debole che deve saper essere forte e andar via, quando il forte è troppo debole per poter fare del male al debole.

 Milan Kundera

L’insostenibile leggerezza dell’essere è un romanzo di Milan Kundera edito nel 1984 e in Italia nel 1986, fu omaggiato da un grande successo di pubblico e di critica. La trama è quasi del tutto inessenziale, per così dire, di una insostenibile leggerezza: quattro personaggi principali, Tomáš, Tereza, Sabina e Franz vivono in un quadrangolo amoroso senza saperlo. Tomáš e Tereza sono una coppia retta su una reciproca condizione di instabilità, Tomáš infedele sistematico fa da contrappeso nella volontà alla debole Tereza, che però bilancia Tomáš per la fedeltà. Si conobbero in un bar perché Tomáš leggeva un libro, chiave segreta del riconoscimento di un sentimento di partecipazione sottopelle per Tereza.

Syria Quello che i media non dicono. Schiavone (a cura di) con Aramu, Khrais, Picasso

Syria Quello che i media non dicono è un lavoro composito che unisce il reportage giornalistico ad analisi di politica internazionale e a considerazioni di natura sociale e culturale. Il libro, pubblicato da Arkadia nel 2013, vuole fornire una panoramica generale su quanto viene taciuto dal sistema mediatico internazionale in generale e dal sistema mediatico italiano in particolare per quanto attiene al più feroce conflitto mediorientale dalla seconda guerra del golfo. L’intento viene conseguito mediante la testimonianza diretta degli autori, coinvolti in termini personali sia in quanto membri dell’associazione Assadakah (Centro Italo-Arabo e del Mediterraneo) che in quanto giornalisti. Gli autori, infatti, riportano la loro personale esperienza, congiuntamente alle loro analisi, su quanto sono in grado di testimoniare per quanto riguarda il conflitto siriano e quanto viene comunicato attraverso i principali media nazionali italiani.

Fanteria dello spazio – Starship Troopers – Heinlein

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Consigliamo 1984 di Orwell


Fanteria dello spazio è un libro di fantascienza edito nel 1962 dello scrittore Robert Heinlein. La trama è piuttosto lineare: il soldato Juan Rico, noto Johnny, è un soldato della fanteria mobile. Il romanzo, scritto con un narratore in prima persona, riporta le esperienze del soldato Johnny (il soldato par excellere americano) che da recluta “per caso” arriva a ricoprire il ruolo di comandante.

Fuori fuoco L’arte della guerra e il suo racconto – Oliva

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Vuoi leggere la monografia che contiene questo testo? Filosofia pura della guerra!


Fuori fuoco L’arte della guerra e il suo racconto è un saggio di Maddalena Oliva nel quale viene spiegato il rapporto tra l’immagine della guerra veicolata nei media attuali e l’evento militare. Il saggio si articola in sei parti.

Nell’Introduzione Visioni incrociate tra l’arte della guerra e il suo racconto vengono presentati tre nuclei tematici ricorrenti: (1) il sistema geopolitico attuale è causa (efficiente) o effetto (nei modi) di uno stato di “guerra globale permanente” in cui i termini di “pace” e “guerra” tendono a fondersi e diventare sostanzialmente irriconoscibili:

L’ultima di queste è, a seconda delle definizioni, “la guerra totale permanente” – formula banale ma che nota una dimensione pervasiva, continuamente protratta nel tempo e nello spazio – che apre uno scenario in cui tutti i termini e le distinzioni tradizionali sembrano girare a vuoto (dalla cancellazione dei limiti fra pace e guerra, interno e esterno, civile e militare, stati in grado di “dichiarare la guerra” e stati che possono “firmare la pace”, alla redistribuzione al di là di ogni dimensione stabile dell’asse amico/nemico).[1]

Il castello – Franz Kafka

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Consigliamo La metamorfosi di Kafka


“Lei è molto severo” disse il sovrintendente, “però moltiplichi pure per mille la sua severità, e non sarà ancora niente a confronto con la severità che l’autorità esercita con se stessa. Solo un assoluto estraneo può formulare una domanda come la sua. Se esiste un’autorità di controllo? Ma se sono tutte autorità di controllo! Certo, il loro compito non è quello di scoprire errori nel senso grossolano della parola, perché di errori non se ne fanno, e anche posto che una volta avvenga un errore, come nel caso suo, chi può dire, in definitiva, che si tratti di un errore?”

Franz Kafka

Il castello di Franz Kafka è un romanzo incompiuto composto nella prima metà del XX secolo. Il romanzo si sviluppa su una trama quasi indescrivibile. K. è l’agrimensore, così crede, di un villaggio innevato e senza nome di cui si sa per certo che è governato dai signori di un castello. Il castello è ben visibile dal villaggio ma quando K. prova a raggiungerlo scopre che la via principale non raggiunge l’imponente struttura. K. si ritrova presto a vivere in un villaggio in cui le persone si comportano nei modi più insoliti pur mantenendo un’apparenza di normalità e così la percepisce lo stesso K.. K. stesso ha grandi difficoltà a camminare, spesso si deve letteralmente aggrappare ad altri per camminare. Ma non è l’unica difficoltà del personaggio principale: costui si sente sempre un estraneo, emarginato, limitato. Ogni suo fine è frustrato da rallentamenti nella successione degli eventi, rallentamenti che determinano l’impossibilità di raggiungere lo scopo. Agli inspiegabili rallentamenti si alternano evoluzioni imprevedibili dello sviluppo degli eventi, come quando K. cerca di parlare con il potente Klamm ma non ci riesce in alcun modo perché Klamm, già membro influente del castello, può essere visto solo da chi vuole lui.