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Autore: Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

Musica per pianoforte – Una prima fruizione

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Consigliamo L’importanza delle variazioni nella musica classica


La musica classica è un mare magnum in cui è facile perdersi. Inoltre, come spesso accade, essa è un’etichetta che contiene una sottocategorie di grandezza non trascurabile: la musica da camera, la musica lirica, la musica sinfonica etc.. All’interno della musica da camera esiste la musica per più strumenti (sonate per due strumenti, per lo più violino e pianoforte, trii, quartetti, quintetti, sestetti fino ad ottetti) e musica per strumenti singoli (pianoforte, violino, violoncello, organo…). Tra i vari strumenti solisti la musica per gli strumenti a tastiera è sterminata. Sin da quando esistono il clavicembalo e l’organo, i più grandi compositori hanno riservato ad essi grande attenzione, un’attenzione unica. Se l’organo è uno strumento che funziona ad aria, il clavicembalo è il principale e fondamentale strumento a corda pizzicata, la base di partenza per l’evoluzione moderna di tale tipologia di strumenti che arriverà al pianoforte.

Il pianoforte è stata prima di tutto un’impresa tecnico-tecnologica che ha visto l’intervento di grandi compositori, tra cui Johan Sebastian Bach (1685-1750) e Muzio Clementi (1752-1832) su tutti. Oltre all’impresa tecnica, il pianoforte è probabilmente lo strumento più rappresentativo dell’intera musica classica, anche per via del fatto che attraverso opportuni arrangiamenti, quasi tutta la musica può essere ridotta a pezzi per pianoforte (per questo si veda l’articolo: L’importanza delle variazioni nella musica classica). In questo senso, il pianoforte consente quella che in matematica è un’operazione nota nella teoria degli insiemi: parti della teoria possono rappresentare parti di se stessa. E infatti la musica classica è un modello infinitamente reinterpretabile. Questo significa che, in generale, la musica per pianoforte è tra le componenti dominanti, tra le linee fondamentali della storia musicale.

[Segnalazione] Paolo Meneghetti sulla fenomenologia della mano

Locandina per la Conferenza a CuneoSabato 13 FEBBRAIO,

alle ore 21.00

presso la Fondazione “Delfino”,

sita in Corso Nizza n°2

a CUNEO

Il critico d’estetica contemporanea Paolo Meneghetti terrà una conferenza a voce (di 60 minuti), incentrata sulla fenomenologia della mano. In particolare egli citerà il saggista Henri Focillon, allacciandolo alle poesie di Fernando Pessoa e Paul Celan. Durante la sua conferenza, Paolo Meneghetti manderà in videoproiezione le immagini di più opere d’arte (sia moderne sia contemporanee), in cui si rappresenta la mano.

Tolkien e i classici. Arduini, Testi, Barella, Canzonieri..

Tolkien

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La prima volta che ho letto Il signore degli anelli avevo diciassette anni ed è stato per via di una scommessa lanciatami da mio padre, il quale era scettico del fatto che avrei potuto leggerlo in meno di un mese. Non solo vinsi la scommessa con ampio anticipo, ma scoprii almeno un mondo: quello di una parte del Legendarium di John Ronald Reuel Tolkien, di cui il Signore degli anelli è senz’altro una parte importante. Ma in realtà la scoperta, forse più importante, è stato del mondo che conosce Tolkien in molte delle varie sfaccettature della sua vasta produzione. Da quel momento, infatti, iniziai a discutere con diversi miei amici delle interpretazioni dell’opera di Tolkien e dei vari risvolti della sua produzione. Certo, si trattava di analisi parziali, incomplete e frutto soltanto della passione di alcuni amici. Ma questo è il punto: un “classico” è proprio un testo che diventa un luogo comune e che consente, così, di intrattenere argute discussioni ad ogni livello di competenza.

La filosofia politica kantiana. Gagliano G.

gagliano.inddLa filosofia politica kantiana è l’ultimo saggio di Giuseppe Gagliano, pubblicato per Armando Editore nel 2016. Il volume, agile e compatto, considera i maggiori scritti politici di Immanuel Kant. La prima sezione considera alcuni scritti preliminari: Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, La religione entro i limiti della mera ragione Sopra il detto comune: «Questo può esser giusto in teoria, ma non vale per la pratica». In questa prima sezione Gagliano fa emergere le basi del punto di vista cosmopolitico, così importante in Kant.

Nella seconda sezione, invece, si considerano: Per la pace perpetua e Metafisica dei costumi. Se la prima sezione considera alcuni scritti importanti, ma non centrali, è in questa seconda ampia sezione che si mostra appieno la riflessione politica kantiana, in particolare nella minuziosa analisi che Gagliano propone de Per la pace perpetua, senza dubbio l’opera maggiormente impegnata dal punto di vista politico, un progetto filosofico-politico che rimane ancora oggi un importante punto di partenza per riflessioni consapevoli sul nostro modo di intendere la politica, sia da un punto di vista pratico che teorico.

Re Lear – William Shakespeare

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Consigliamo Amleto di William Shakespeare


Tutto questo rispetto per i vecchi ci avvelena la vita, perché ci consente di mettere le mani sul nostro patrimonio soltanto quando siamo troppo vecchi per goderne. Incomincio a pensare che questa tirannia dei vecchi sia davvero insopportabile – e tutto non per qualche loro effettivo potere, ma perché noi lo tolleriamo!

William Shakespeare

Insieme a Amleto, Otello e Macbeth il Re Lear è considerata tra le più grandi tragedie di William Shakespeare. L’ambientazione è quella della corte delle figlie del Re. Al principio della storia, Re Lear decide di cedere il proprio regno alle sue figlie, dopo che queste abbiano dimostrato la giusta devozione nei suoi confronti. E così Goneril e Regan, le due figlie più grandi, si prostrano di fronte al vecchio padre con false parole d’amore, vere adulatrici, seducono il padre circa le loro intenzioni e la loro benevolenza:

Goneril: Maestà, io vi amo.. Non bastano, a dirlo, le parole. So soltanto che mi siete più caro dei miei occhi, più dello spazio in cui mi muovo, più della libertà.[1]