Alla conquista dell’Antartide è un libro di geopolitica uscito per la Fuoco Edizioni nel 2010. Si tratta di un lavoro di eccezionale livello nel suo genere. Il libro è composto da una sequenza di brevi capitoli, ciascuno devoluto ad un aspetto specifico della geopolitica antartica. Sebbene non sia del tutto lecito parlare ancora di una proiezione di potenza da parte degli stati in esso, data la natura dei cambiamenti climatici, è ormai lecito aspettarsi che i problemi politici dell’Antartide saranno oggetto presto oggetto di riflessione dei decisori politici.
In generale, il saggio propone una analisi geografica, storica e politica del continente antartico, perché si tratta appunto di un vero e proprio continente. Sebbene sia stato scoperto nel XIX secolo, almeno con chiara consapevolezza, soltanto nel XX secolo le potenze si sono interessate in modo attivo alla sua relativa conoscenza e molto parziale colonizzazione. Si tratta, comunque, di un caso probabilmente unico della storia in cui un territorio è considerato sin da subito di interesse collettivo. Esistono trattati che limitano la pesca, la caccia e lo sfruttamento delle risorse, acqua compresa. Infatti, si parla già diverso tempo del fatto che l’acqua è il bene del futuro, non già del presente. L’Antartide contiene il più ampio bacino di acqua dolce del mondo, sebbene ghiacciato. Gli interessi legati allo sfruttamento delle risorse idriche, energetiche e ittiche fanno dell’Antartide un continente di interesse geostrategico del futuro.