Come sempre segnaliamo l’uscita della Rivista di Scacchi, redatta da Lucio Rosario Ragonese. Una buona lettura a tutti! rivista-scacchi-54
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Come sempre segnaliamo l’uscita della Rivista di Scacchi, redatta da Lucio Rosario Ragonese. Una buona lettura a tutti! rivista-scacchi-54
Percorso – Canale delle Saline
Percorso: Cagliari
Distanza: 3 km (circa, solo andata).
Tempo: 90’.
Difficoltà: Semplice.
Cagliari è una città ampiamente sottovalutata dal turista italiano e, probabilmente, da ogni turista. Essa nell’immaginario turistico è una grande pista di atterraggio con pullmino e taxi direttamente allo sbarco e una strada per raggiungere la meta reale di destinazione. Una grande pista di atterraggio ventosa e pietrosa, giallognola e sostanzialmente vuota. Si può sottovalutare qualcosa che si valuta, che si sa che c’è, che esiste. Secondo me, Cagliari è pienamente ignorata, nel senso che si presume che esista, ma non se ne è troppo sicuri. “Una volta ci sono passato ma non l’ho vista…” (e io che ho sempre pensato che passare e vedere sono attività correlate!). Una città dalla bellezza rara, che unisce storia e paesaggio in modo armonico e raro. Credo che si tratti dell’ennesimo caso in cui la popolazione locale e la politica storica abbiano fatto sì che Cagliari sia considerata soltanto da chi l’ha visitata per caso, scoprendo poi una città che non conoscevano.
La democrazia liberale è un’etichetta per un insieme di teorie che, soltanto nella loro somma, hanno costituito un corpus unitario oggi noto come “democrazia liberale”. A differenza che nella democrazia ateniese, il modello della democrazia liberale è stato oggetto di una lunga analisi teorica, quando ancora la prassi politica era tutt’altro che democratica. Il primo pensatore fondamentale per la definizione della democrazia liberale è stato Thomas Hobbes (1588-1679), fautore dell’assolutismo. Tuttavia, già in Hobbes abbiamo la definizione di alcuni diritti naturali, che verranno ripresi ed ampliati dalla successiva analisi di John Locke (1632-1704), il primo vero teorico liberale quand’anche ante litteram.
John Locke ribadisce la presenza di alcuni diritti inalienabili e la necessità di fondare la politica su di essi. Locke non è il teorizzatore della separazione dei poteri in diverse aree di attività politica (potere esecutivo, legislativo e giudiziario). La distinzione viene proposta da Montesquieu (1689-1755), sebbene anche lui non arrivi ad una definizione netta e definitiva del discrimine delle varie tipologie di azione di governo, poi diventate canoniche nelle varie democrazie liberali e nel pensiero teorico liberale democratico stesso. Infine, John Stuart Mill (1806-1873) propone una complessa teoria dello stato democratico liberale ed è proprio Mill ad essere considerato il pensatore del modello liberale par excellence.
Il libro In Retrospect The Tragedy and Lessons of Vietnam è una ricostruzione del coinvolgimento americano in Vietnam, dall’amministrazione Kennedy sino all’allontanamento di Robert McNamara dalla carica di secretary of defence del governo di Lyndon B. Johnson. L’autore è lo stesso Robert McNamara, aiutato dallo storico Braian Van DeMark.
L’oggetto dell’analisi non è tutta la politica americana del periodo, per altro assolutamente denso di eventi sia in politica interna, sia in politica estera. Il libro si concentra solamente sul coinvolgimento americano nella guerra in Vietnam. Il libro è stato scritto, secondo l’autore, per aiutare a ricomporre le ferite ancora aperte di una guerra che ha segnato la coscienza degli Stati Uniti in modo indelebile. A tal punto che ancora oggi se ne portano le tracce ma non si vogliono analizzare in modo compiuto e definitivo, contribuendo all’oblio della storia, il cui fenomeno tremendo e deleterio è ben conosciuto in tutta Europa.
Percorso: Costa Rei (Muravera)
Distanza: 8 km (circa, solo andata).
Tempo: 240’.
Difficoltà: Semplice.
Area di accesso proposta: spiaggia di Porto Pirastu
La spiaggia di Costa Rei è talmente famosa da non avere bisogno di introduzioni. Si tratta di uno dei siti in cui la popolazione isolana (specialmente cagliaritana) va ogni anno in pellegrinaggio per non frequentare la locale zona di balneazione, ovvero il Poetto (di cui parleremo senz’altro in un altro articolo). Costa Rei è famosa anche oltre Tirreno, giacché ho conosciuto molte persone che hanno dichiarato di essersi bagnati con le celebri acque di questa nota località. Naturalmente, assolutamente entusiasti. Addirittura definita come una delle acque più belle del pianeta, non posso certo aggiungere altro se non che ognuno ha i suoi gusti e, nel panorama del litorale di tipo sabbioso, questa località è certamente tra le più belle.
Isola di San Pietro: cenni generali alla storia e alla geografia dell’isola
In questo articolo proponiamo diversi agili itinerari. Procederemo da sud-est e gireremo in senso orario per terminare a nord-est. Iniziamo, dunque, dal tragitto che inizia dalla zona del Giunco e termina nella zona del Geniò. Prima di cominciare, vale la pena sapere che l’isola di San Pietro ospita il paese di Carloforte, ex colonia genovese fondata nel XVIII secolo. La sua caratteristica bellezza è dovuta ad una ricchezza paesaggistica e varietà architettonica distintiva rispetto al resto del panorama sardo, con l’unica e parziale eccezione de La Maddalena (Sassari, Sardegna).
Sebbene si dica che esistano tre nuraghi nell’isola, strutture troncoconiche a “tholos” tipiche di tutta la civiltà mediterranea e distintiva della civiltà nuragica della Sardegna, rimane il fatto che essa non ha visto uno sviluppo antropocentrico sensibile sino a tempi recenti, coincidenti con l’arrivo dei genovesi, ora da Tabarca ora dalla stessa madrepatria. I vari tentativi di ripopolamento dell’isola di Sardegna hanno portato anche a simili approcci anche nell’isola di San Pietro, con i medesimi scarsi risultati. Tuttavia, si trova ancora traccia di ciò nella zona delle Tanche, dove è presente una via in cui le baracche (così denominate le case della campagna) si affacciano l’una di fronte all’altra, creando così una via unica oltre il paese.
Carloforte è un paese prospero, specialmente se confrontato con il resto dell’area sarda direttamente di fronte, ovvero il Sulcis-Iglesiente. La sua economia è basata sul turismo stagionale e sullo sfruttamento delle molteplici risorse marine, compresa la celebre tonnara. Vale la pena sottolineare che lo sviluppo di queste due fondamentali attività economiche nell’isola è particolarmente radicato perché tradizionale.
Nome Itinerario: Isola di San Macario (Pula, Sardegna); Rovine Archeologiche di Nora (Pula, Sardegna)
Distanza: 4,5 km (circa) sola andata.
Tempo: 180’-220’.
Difficoltà: Semplice.
Area di accesso proposta: spiaggia di fronte all’isola di San Macario, viale Segni, Pula.
Mezzo di trasporto: Canoa [il percorso è naturalmente traslabile per qualsiasi imbarcazione].
L’isola di San Macario (Pula, Sardegna) è una piccola isoletta nella costa sud della Sardegna. Essa si presenta aspra, impervia con il fascino della rude natura. Nell’isola si trova anche una torre di avvistamento costruita dagli spagnoli nel 1595 che contribuisce a creare fascino nel fascino. Per arrivare all’isola in canoa è possibile scendere nelle vicinanze, in un’area di grande bellezza e complessità paesaggistica e faunistica. Infatti, l’accesso consigliato da viale Segni costeggia Riu Pula, un corso d’acqua alla cui foce si crea una zona paludosa le cui calde e placide acque ospitano specie rare, la cui vista può soddisfare anche i non ornitologi.
In generale, la zona è poco esposta al vento dominante di maestrale, mentre è aperta ai venti di scirocco e da quelli che vengono da levante. Quindi, in generale, salvo condizioni atmosferiche estremamente sfavorevoli, potrete procedere senza particolari difficoltà.
Percorso: Porto Flavia (Masua)
Distanza: 4 km (circa, solo andata).
Tempo: 180’.
Difficoltà: Moderata.
Area di accesso proposta: spiaggia di Masua
Mezzo di trasporto: Canoa [il percorso è naturalmente traslabile per qualsiasi imbarcazione].
Porto Flavia (Masua, Iglesias – Sardegna) è una zona di attracco delle vecchie navi da trasporto del minerale. L’interno della zona portuale è interamente scavata ed è stata una soluzione rivoluzionaria al problema logistico del trasporto marittimo del minerale. Il porto è stato terminato nel 1924 ed è attualmente un capolavoro museologico industriale. Non si dirà mai abbastanza quante risorse disponga una terra come la Sardegna e non sono valorizzate almeno quanto la loro qualità meriterebbe con il risultato di essere ancora una volta intristiti dal considerare lo iato tra la possibilità produttiva e la realtà. Varrebbe assolutamente la pena di visitare anche l’interno, ma qui ci occuperemo di un percorso marittimo.
Il porto si configura come un’apertura sul mare scavata nella roccia. La sua bellezza è tale che secondo alcuni è una delle zone più belle dell’intera Sardegna. Sicuramente è un panorama sostanzialmente unico nel suo genere e indubbiamente lo è nell’isola di Ichnusa.
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La democrazia ateniese è il primo modello di forma di governo democratica della storia occidentale. La democrazia ateniese è senza dubbio uno degli esempi storici di modello politico a cui tutta la politica successiva, tanto democratica quanto non democratica, ha dovuto considerare. Nonostante si possano adombrare dei dubbi sulla natura e sostanza di tale modello, che lasciava esclusi gli schiavi e le donne (perciò va da sé che ben oltre il 50% delle persone non faceva parte della vita politica), rimane il fatto che la democrazia ateniese rimane ancora oggi un esempio di governo, buono o cattivo, ma pur sempre storicamente funzionante.
Scopi e valori politici della democrazia ateniese
La democrazia ateniese si costituisce come una forma di governo “dei molti”. Non si trattava semplicemente di un mezzo attraverso cui prendere decisioni, ma di un vero e proprio valore politico. In prima istanza, un valore politico x è un obiettivo F di una società O tale per cui F è riconosciuto come buono da O per via di x. In altre parole, un valore politico è la proprietà associata ad uno stato di cose ottenuto mediante l’esecuzione della forma di governo tale per cui l’obiettivo è anche riconosciuto come politicamente desiderabile. Ovvero, il valore politico è l’interpretazione intersoggettiva di un bene pubblico, definito e riconosciuto come tale: questo vale in qualsiasi forma di governo, dove ciò che cambia è solamente quanto ristretta o ampia questa intersoggettività debba essere. In questo senso, la forma di governo dei “molti” non è soltanto un mezzo attraverso cui prendere decisioni politiche (struttura formale o procedurale del governo) ma è anche il valore ultimo che giustifica la forma di governo. Quindi, la decisione dei molti è sia mezzo che scopo.