Salve Dottor Margoni e grazie per la sua disponibilità a questa intervista. Lei è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento, e ha curato il libro “Il bambino di Platone. Psicologia e filosofia a confronto sull’origine e lo sviluppo della cognizione morale”. Quali difficoltà presenta un lavoro di questo tipo, basato appunto sul confronto di due discipline differenti?
Una prima difficoltà è legata alla natura collettanea del lavoro. Dare coerenza a un discorso sviluppato a più voci non è semplice. I contributi che ho raccolto e che sono poi confluiti nel volume sono firmati da docenti affermati e competenti (Luca Surian, Dario Bacchini, Simona Caravita) e da giovani ricercatori in psicologia (Grazia De Angelis, Carla Sabatti) e in filosofia (Sonia Cosio). Io stesso vi ho contribuito con due capitoli. Una pluralità di voci e vedute unite però da almeno due elementi: una particolare attenzione ai dati empirici, alle ricerche scientifiche recenti oltreché a quelle classiche e, dunque, un approccio alla conoscenza serio e rigoroso; un interesse rivolto alla prima infanzia come luogo d’elezione in cui trovare la chiave per comprendere la nostra cognizione morale, dunque un’attenta considerazione delle componenti innate del pensiero. Giudicherà il lettore se il tentativo di rendere coerenti i vari contributi sia riuscito appieno o solo parzialmente. Per parte mia, posso ritenermi soddisfatto. Anche se, naturalmente, non nascondo che avrei potuto fare meglio. Se, invece, si tratta di giudicare la difficoltà insita nel confrontare psicologia e filosofia, posso dire che non ve n’è alcuna, poiché queste due discipline hanno tali e tante affinità da tenersi strette come sorelle gemelle. Nel libro, tuttavia, il lettore non troverà un confronto serrato tra le discipline. Un tale confronto avrebbe richiesto competenze che nessuno di noi possiede (pur avendo molti di noi una laurea in filosofia). Invece, può essere interessante, per chi voglia riflettere filosoficamente sulla natura (morale) dell’uomo, considerare con attenzione la ricerca in psicologia cognitiva. Soprattutto negli ultimi anni, questa disciplina sta fornendo indizi decisivi per risolvere alcune questioni che a lungo sono state al centro del dibattito in filosofia.