Vita
Come per altri filosofi medioevali, le informazioni biografiche su Ruggero Bacone sono scarse ed inattendibili. Pare che Ruggero Bacone sia nato nel 1214, studiò a Parigi e si recò ad Oxford solo in un momento successivo. Tra il 1240 e il 1247 insegna a Parigi. Nel 1250 entra nell’oridne francescano ma presto si trova in condizioni a lui non soddisfacenti. La vita monastica gli si presenta come un ostacolo allo studio.
Nel 1256 il papa Innocente VI gli chiedere di stendere un programma di riforma degli studi ma il pontefice massimo morì quando l’opera non era ancora conclusa e per ciò la riforma non fu portata a termine. Scrive le sue opere più importanti anche riprendendo il pensiero di Grossatesta: Opus maior, opus minor, opus tertior.
Morì in prigione nel 1292, segregato per l’anticonformismo alle dottrine canoniche. Continuò a scrivere vino alla morte.
Filosofia
La corrente oxfordiana con Bacone assume quelle caratteristiche che saranno le tipiche della riflessione inglese: se Grossatesta aveva dato il via ad una interpretazione della natura matematizzata, per quanto non si possa parlare ancora di metodo scientifico, Bacone pone il problema non solo dell’indagine scientifica come epistemologia razionale della natura ma anche del ruolo del sapere come qualcosa che deve essere mirato al controllo della realtà attraverso la creazione di un potere, possibile solo dalla comprensione, previsione e controllo dei fenomeni naturali.
Bacone mostra che la matematica, unica scienza esatta e dimostrativa ma di natura astratta, possa essere un utile strumento per la comprensione del sapere scientifico. Tuttavia, la matematica da sola non è sufficiente, è necessario anche il dato empirico.
La scienza si configura così come osservazione del fenomeno naturale e verifica matematica dei risultati. In questa visione della matematica, come fulcro della scienza, si costruisce l’immagine di un sapere empirico fondato su basi inferenziali che consentano deduzioni corrette. Idee già presenti in Platone ma non condivise dallo spirito dell’epoca ché prediligeva una descrizione qualitativa della realtà, secondo il modello Peripatetico.
Il ruolo della scienza non è quello di giungere ad una conoscenza del mistico, o di ciò che sta al di là del fenomeno naturale, empirico, osservabile. Al contrario essa deve essere pratica, uno strumento di dominio dell’uomo sulle forze della realtà.
Bacone rivitalizza l’arte della produzione come un giusto fine del sapere, non visto, dunque, come un’attività estatica volta alla scoperta dell’immutabile ultraterreno. Il benessere può essere più facilmente diffuso se la conoscenza viene applicata. Bacone si scaglia anche contro le credenze magiche.
La scienza oltre alla sua natura strumentale volta alla costituzione di un dominio della realtà e, in ultima analisi, alla realizzazione del benessere dell’uomo, può essere anche utile mezzo per la salvezza dell’anima perché demistifica credenze false e ragionamenti non giustificabili sul piano dell’esperienza, per ciò porta l’uomo a conoscere il bene morale.
Bibliografia
Adorno, Gregory, Verra, Manuale di storia della filosofia ( voll. 2. ), Laterza, Roma-Bari, 1996.
Mori M., Storia della filosofia antica e medioevale, Laterza, Roma-Bari, 2005.
Severino E., Filosofia dai greci al nostro tempo. Filosofia antica e medioevale, Rizzoli, Milano, 2004.
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