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Consigliamo – Storia Romana Parte II – a cura di Francesco W. Pili
Se abbiamo visto come fossero numerose le persecuzioni contro i cristiani, in questo articolo analizzeremo le cosiddette “grandi eresie“.
L’eresia di Ario: Ario era un prete di Alessandria che aveva vissuto nella prima metà del secolo. Secondo Ario, Cristo non si poteva considerare il “Dio Padre” senza non introdurre nella religione cristiana simbologie politeiste: la religione cristiana della Chiesa invece professava l’uguaglianza fra Dio padre e Cristo. Ario fu seguito nell’Oriente.
L’eresia manichea è di origini più antiche e il nome di questa deriva da Mani, il capo dei cosiddetti Manichei, che credevano nell’esistenza di due principi contrapposti: il bene e il male in eterna lotta fra loro erano i principi ultimi della realtà. Il dualismo delle due forze ordinatrici del mondo interpretava l’esistenza di Dio come forza mediatrice.
L’eresia di Priscilliano fu di breve durata ed estesa nella provincia spagnola: la fonte che ci tramanda informazioni a riguardo è il Chronicorum libri di Sulpicio Severo. Questa setta affine alla mistica manichea, non trovò molti seguaci all’interno della stessa Spagna.
L’eresia di Pelagio è un po’ più complessa rispetto alle altre e merita qualche parola in più: si sviluppò nella prima del V secolo d.C.. Al pensiero di Pelagio si oppose e confrontò il pensiero di uno dei padri della chiesa, Sant’Agostino. Pelagio era un monaco di origine britannica, attivo a Roma all’inizio del V secolo: qui ebbe modo di avere influssi e riflessioni teologiche grazie anche a Paolino da Nola. Egli stesso scrisse diverse opere, di cui ci sono pervenute una epistola, un libello e dei commenti alle Lettere di San Paolo. Il De libero arbitrio, la sua opera principale, è andata perduta. Pelagio affermava che le opere buone e l’onestà possono da sole condurre alla salvezza dell’anima e quindi l’uomo può così ottenere la vita eterna in Paradiso per merito delle sue sole forze. La grazia divina nell’eresia di Pelagio assume un ruolo relativo, mentre ascende il peso dell’azione umana rivalutando il ruolo del Cristo come mediatore di salvezza tra Dio e l’uomo. Pelagio ebbe tuttavia un grande seguito: la sua interpretazione, definita eretica, fu una delle correnti che si mantenne in vita più a lungo e la sua memoria fu conservata nell’arco dei successivi secoli.
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