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Introduzione
La storia della Germania nazista è una storia lunga, complessa e ricca di avvenimenti: vanno analizzate le direttrici principali del suo corso ed è importante capire che prima della presa al potere di Adolf Hitler ci furono quattordici anni di preparazione attenta, accanita e spietata, di fronte alla quale gli oppositori spesso non poterono far niente, altre volte glissarono o non manifestarono la loro chiara opposizione, come potrebbe essere il caso di Francia e Gran Bretagna che fino al 3 settembre del 1939 (anno in cui dichiararono guerra alla Germania Nazista) non mossero alcun tipo di opposizione reale e realistica nei confronti del regime nazista.
Silenzi e mancate opposizioni furono pesanti, ma non bisogna dimenticare, per il buon nome della memoria storica e intellettuale, che ci furono invece organi di resistenza organizzata, che sempre furono schierati contro il regime e che spesso, anche se trovarono la repressione, furono un motivo di speranza per quei pochi che non furono assoggettati al regime. Tuttavia fu una resistenza diversa da quella italiana, ad esempio, perché non portò rapidi benefici né nel breve, né nel medio, né nel lungo periodo. I membri della resistenza tedesca, che si sviluppò in vari modi, hanno però l’onere e l’onore di avere la coscienza pulita, malgrado non l’abbiano potuto raccontare a molti, e ancora possono dire di aver contribuito alla liberazione del paese, almeno intellettualmente, perché come sappiamo furono gli stati Occidentali con l’Unione Sovietica a liberare la Germania dallo spettro di Hitler.
1919
Il 5 gennaio di quest’anno viene fondato dal bavarese Anton Drexler il partito dei lavoratori tedeschi, o meglio il DeutscheArbeitParteit (DAP), con sede a Monaco di Baviera. La settimana successiva in Germania permaneva una grave crisi economica dovuta sia alla sconfitta della prima guerra mondiale, sia ai pesanti indennizzi che doveva versare alle potenze vincitrici. È in questa settimana che avvengono gli scontri più sanguinosi fra i cosiddetti spartachisti e le milizie governative. In questa che fu ribattezzata la “settimana di sangue”, persero la vita, fra gli altri, gli esponenti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Il 28 giugno la Germania dopo estenuanti trattative firmerà il trattato di Versailles.
1920
Nell’agosto del 1920 il DeutscheArbeitparteit cambierà nome in NationalsozialistescheDeutscheArbeitparteit (NSDAP), ovvero il partito dei lavoratori nazionalsocialisti. Un momento importante questo, in quanto la denominazione stessa del partito, dava una valenza maggiore a quelle che erano le sue bandiere di ideali che si portava a presso.
1921
Il 1921 fu un anno abbastanza importante per capire le evoluzioni future del partito nazista: infatti, nel marzo la crisi economica in Germania si aggrava ulteriormente, in quanto gli stati vincitori della prima guerra mondiale, stabilirono definitivamente la sanzione monetaria per Germania che ammontava a circa 132 miliardi di marchi, per cui l’inflazione già molto alta si aggravò ulteriormente ai danni dell’economia tedesca in totale sfacelo. Adolf Hitler che nel frattempo era diventato il capo indiscusso del partito Nazista fondò nel novembre del 1921 le SA (Sturm Abteilung, battaglione d’assalto) con a capo il suo fido amico Ernst Rohm. Le SA erano una milizia di partito, che serviva a mantenere, a livello originario, l’ordine pubblico sotto controllo specialmente durante le manifestazioni del partito, ma fondamentalmente diventerà la prima vera milizia portatrice di violenza nello stesso stile dei cosiddetti Fasci di combattimento italiani. Queste venivano anche chiamate camicie brune, proprio per il loro modo di vestire.
1922
Il 1922 è stato un anno di transizione, segnato dal primo congresso ufficiale del partito e da un progressivo aumento di consensi, seppur ancora ininfluente a livello nazionale. La crisi economica stentava a cessare e l’anno successivo alcuni fatti aggravarono la situazione.
1923
Nel 1923 ci fu un episodio eclatante: Francia e Belgio accusando la Germania di aver mancato il pagamento di una rata degli indennizzi di guerra, occuparono il bacino minerario della Ruhr. La Ruhr, regione di confine fra la Germania e la Francia, era una regione mineraria ricchissima, da cui lo stato tedesco traeva i maggiori profitti economici. Lo stato tedesco naturalmente non poteva reagire se non con una resistenza passiva, quest’ultima ordinata dal governo, ma tuttavia gli operai e i minatori delle fabbriche della Ruhr si rifiutarono di lavorare per i “nemici” e la crisi economica anche nel 1923 si aggravò ulteriormente, portando i prezzi delle materie di prima necessità, e naturalmente non solo quelle, a prezzi altissimi (un chilo di burro poteva costare anche 5000 miliardi di marchi). È chiaro che la Germania non aveva più una vera e propria moneta, ed era perciò totalmente allo sbando. Da questa crisi ne uscirono rafforzati solo i proprietari di grandi aziende agricole, gli industriali e i commercianti e ancora tutti coloro che avevano crediti da ricevere. Il secondo episodio del 1923, rendendo l’anno centrale, fu il tentato e mancato putsch, colpo di stato, da parte di Hitler e il generale Ludendorff a Monaco. Il complotto infatti contro il governo non ottenne l’appoggio dei militari e delle autorità locali, e fu rapidamente represso. Hitler venne catturato e condannato a cinque anni di prigionia, anche saranno molti di meno.
1924
A partire da quest’anno vennero varati dei piani di rifondazione economica e la Germania poté avere una lenta e graduale rinascita economica: infatti, è in quest’anno che viene varato il piano Dewes, un fondo di investimenti governativi degli Stati Uniti, che consentirono una crescita economica e monetaria. Il piano Dewes prevedeva una ratealizzazione più soft degli indennizzi bellici, e prevedeva che gli Stati Uniti prestassero alla Germania una somma di capitali ingenti per far risorgere la macchina produttiva. La regione mineraria della Ruhr viene lentamente sgombrata delle truppe franco-belga, ma è l’anno successivo che ristabilirà una pace siglata da un importante e significativo accordo che a breve analizzeremo. Adolf Hitler dopo soli 13 mesi di detenzione viene scarcerato: in questi mesi scrisse il MeinKampf (La mia lotta), l’opera che contiene i punti politici che Hitler sosteneva e che fu destinata a diventare il “testo sacro”, la vulgata del nazismo.
1925
È l’inizio dell’anno, precisamente il 27 febbraio, quando Adolf Hitler ricostituisce il suo partito, l’NSDAP. Avrà modo di partecipare alle elezioni di Aprile con risultati più che scadenti. Ma è da quest’anno che Hitler riprenderà con forza la sua lotta politica e di propaganda. Ad ottobre furono firmati gli Accordi di Locarno che stabilivano definitivamente i confini della frontiera occidentale e allo stesso tempo anche sulla frontiera orientale, legittimando definitivamente lo stato polacco.
Questi due punti fecero infuriare Hitler: due dei suoi tanti punti programmatici del partito erano la necessità di riacquisire lo spazio vitale tedesco attraverso uno spiccato espansionismo. Ma quest’anno il partito nazista non aveva ancora consensi sufficienti, e nemmeno alleati politici, per cui dovrà ancora aspettare per riuscire ad ottenere gli obiettivi programmatici. Il patto stabiliva anche che l’Italia e la Gran Bretagna facessero da stati supervisori affinché la Germania rispettasse i termini degli accordi. Infine, nel 1925 furono istituite le SS (Schtuzstaffeln, squadre di protezione) con a capo Heinrich Himmler; anche le SS come le SA erano delle unità paramilitari, create con lo scopo di difendere il partito e sorvegliare le manifestazioni. Queste unità, che pian piano prenderanno sempre più potere, avranno un ruolo fondamentale a partire dal 1933 quando Hitler salirà al potere.
1926
Quest’anno segnò un importante avvenimento, che più di tutti segnò una forte distensione fra la Germania e gli stati vincitori. Il neoeletto governo di Hindeburg, un maresciallo del partito conservatore, approvò l’entrata nella Società delle nazioni (la precedente organizzazione interstatale dell’ONU, creata nel 1919 dopo i trattati di Parigi) e fu senz’altro una svolta nella politica tedesca: infatti, anche se di fatto non ebbe mai un senso efficace, se non ci fosse stato Adolf Hitler e la massa da lui ammaestrata, questo poteva essere un evento storico di grande portata per il superamento dello storico conflitto franco-tedesco che parve aprire nuove prospettive per la pace in Europa e nel resto del mondo. Ma come detto nell’introduzione, la storia della Germania nazista è stata una storia fatta di silenzi e cambiamenti non evidenti ma altrettanto importanti, come capita spesso nella storia umana.
1927
Il 1927 fu anno senza particolari avvenimenti: l’NSDAP continuava con la sua politica di propaganda e di terrore, e cercava sempre più alleanze politiche che potessero portarla all’interno del parlamento. Un avvenimento non trascurabile per la politica della propaganda gestita da Joseph Goebbels fu la nascita del giornale nazista chiamato Der Angriff: appunto, nato come giornale di propaganda, in esso venivano pubblicati tutti i temi più cari alla politica nazista, come l’antisemitismo, l’antiparlamentarismo e la feroce lotta al bolscevismo. A proposito di quest’ultimo punto, numerosissimi erano gli scontri fra i neri e i rossi, in quell’anno a Spandau a seguito ad un attentato nazista ci fu una vera e propria guerriglia fra i nazisti e i comunisti, finita come tante volte tragicamente.
1928
Il 1928 è l’anno segnato dallo sgretolamento sempre più grande delle forze repubblicane, a pro naturalmente delle forze nazionaliste e di quelle conservatrici. A maggio si tennero delle elezioni dalle quali l’NSDAP arrivò a raggiungere il 2,6% dei consensi, ottenendo 12 seggi all’interno del Reichstag, risultato fino ad allora mai raggiunto.
1929
Passato alla storia come l’anno della grande crisi statunitense, e mondiale. Anche la Germania nuovamente attanagliata dalla crisi economica e dalla crescita costantemente veloce della disoccupazione dovette varare delle riforme: la più significativa fu il varo del Piano Young, redatto da un economista statunitense, che dilatava ancor più nel tempo le ratealizzazioni degli indennizzi, a pro di una maggior libertà economica tedesca. Hitler ancora una volta attuò una furiosa propaganda contro questo piano economico, dando vita a sanguinose manifestazioni di piazza. Il partito nazista era in ascesa costante: infatti, la maggioranza della popolazione ormai credeva che le cause della crisi economica fossero da ritrovare nella inettitudine delle forze repubblicane. Soprattutto le forze conservatrici si sentirono definitivamente slegate da ogni vincolo di fedeltà politiche verso le istituzioni repubblicane. L’anno successivo segnò un forte aumento dei fedeli al partito nazista.
1930
Come detto precedentemente, il 1930 è stato un anno di fondamentale importanza: infatti, a marzo divenne cancelliere l’esponente del centro-cattolico H. Brüning. Egli si distinse per la sua incapacità di governare e per le riforme economiche fallimentari: con lui la disoccupazione salì al 31% della popolazione, e la crisi agraria portava alla povertà sempre più contadini. Alle elezioni politiche tenutesi nel settembre di quell’anno si ebbe un dato eccezionale per il numero di voti riservati al partito nazista, ma comunque da aspettarselo, visti i risvolti degli anni precedenti: l’NSDAP infatti ottenne il 18,3% dei consensi ottenendo ben 107 seggi al Reichstag e portando all’interno del governo Wilhelm Frick, già fido collaboratore di Hitler dai tempi del putsch di Monaco, che venne nominato Ministro degli interni in Turingia, uno dei länder tedeschi. Brevemente, i länder erano le subregioni dello stato tedesco, un po’ come le federazioni tedesche odierne. Intanto nella frontiera fra Francia e Germania, la prima cominciò la costruzione della cosiddetta linea Maginot, a scopo “meramente” difensivo: essa consisteva in una serie di fortificazioni, con postazioni di vedetta munite di cannoni e mitragliatrici, con ostacoli anticarro, caserme e persino dotate di sistemi di inondazione artificiale contro l’avanzata dei nemici: un dato importante mai da tralasciare è che la Francia fino alla scoppio delle seconda guerra era lo stato con l’esercito meglio equipaggiato in assoluto a livello mondiale; è grazie a ciò che riusciamo anche a comprendere come mai proprio la Francia era una potenza imperiale che induceva perenne timore nel vicino stato tedesco.
1931
È a partire da quest’anno che le formazione paramilitari naziste mai riconosciute dal governo, attuarono sempre più sistematici attacchi terroristici contro gli oppositori politici dell’NSDAP. Inoltre è a partire dal 1931 che si crea un movimento legato al partito nazista non trascurabile a livello di propaganda, vale a dire la lega femminile dell’NSDAP, chiamato Nationalsozialistische-Frauenschaft (NSF). La crisi economica aggravava di nuovo lo stato come otto anni prima e la disoccupazione era a livelli sempre più allarmanti. Hitler ormai all’interno del parlamento col suo partito, chiedeva a gran voce le dimissioni del cancelliere Brüning, grazie anche al sostegno del fronte di alleanza che si era composto: il cosiddetto fronte di Harzburg (dal nome del luogo dove venne stilata l’alleanza politica) composto da Adolf Hitler per l’NSDAP, Alfred Hugenberg leader del partito Popolare Tedesco-Nazionale (DNVP) e HjalmarSchacht presidente della Reichsbank nonché ottimo economista. Sostenitori di questo fronte, seppur non nominalmente furono i membri della lega pangermanista (che auspicavano di fatto il Nuovo Ordine mondiale hitleriano), le SA di Ernst Rohm e altre confederazioni politiche minori. Hitler approfittò di tutti questi appoggi per allargare il suo consenso e di fatto l’ascesa al potere nazista era sempre più vicina.
1932
Nel marzo-aprile del 1932 Hitler nei due turni elettorali ottiene rispettivamente il 30,1 e il 36,8% dei suffragi: non ancora sufficiente per raggiungere la maggioranza, infatti il maresciallo (ottantacinquenne) Hindenburg vinse nuovamente le elezioni con il 53% dei voti. Nel frattempo la crisi raggiunse vertici intoccati e le file dei nazisti si ingrossavano impetuosamente, grazie alla marea di disoccupati che sempre più credevano nella “soluzione Hitler” e nel nazismo come solvimento dei loro problemi. Brüning, definitivamente sconfitto, lasciò il paese in una situazione disperata: gli scontri fra le SA, aiutate dalle folle dei popolari nazisti contro i comunisti, erano all’ordine del giorno, e la vittoria di Hindenburg ricordava molto quella del re dell’Epiro Pirro contro le legioni romane. Infatti, nel luglio del 1932 ci furono delle nuove elezioni dove risultò vincitore l’NSDAP con il 37,4% e il 33% a novembre. Hindenburg e la sua fazione politica compresero che senza i nazisti non era possibile governare il paese e fu il 30 gennaio del 1933 che Adolf Hitler venne nominato cancelliere.
Considerazioni generali
È dal 1933 in poi che dobbiamo inquadrare la seconda fase della storia della Germania nazista: infatti, questa cronologia ci ha riportato direttamente i fatti principali che si sono susseguiti fino a portare Adolf Hitler al potere. Da questo momento assisteremo invece alle attuazioni dei programmi da sempre auspicati dal feroce dittatore, già a partire dal MeinKampf: la politica estera sarà quella che più vedremo da vicino e che porterà allo scoppio della seconda guerra mondiale. Ancora una volta vi invitiamo a capire quali furono tutte le cause che portarono all’ascesa di questa dittatura: non solo la pesante crisi economica data dalla prima guerra mondiale, non solo gli indennizzi di guerra, ma spesso anche l’incapacità delle classi politiche interne ed esterne alla Germania ad affrontare appunto la nascita di un potere totalitario. Hitler ha ormai il potere nelle mani, vediamo come prosegue la storia della Germania nazista.
1933
È evidente come il 1933 sia stato l’anno della svolta definitiva: il 30 gennaio il presidente della Repubblica Hindenburg nominò Hitler cancelliere della Germania e da questo momento fonderà le basi del suo programma. Intanto un altro evento eclatante ci fu nel 27 febbraio: il Reichstag venne incendiato a seguito di un attentato terroristico di matrice nazista. Ma Hitler accusò degli anarchici comunisti, trovando il pretesto per promulgare le prime leggi repressive, che di fatto sospesero i diritti costituzionali su cui la repubblica di Weimar si era fondata. Il 5 marzo del 1933 in un clima di forte tensione l’NSDAP vince le elezioni con la sola opposizione dei socialdemocratici: Hitler con la maggioranza quasi assoluta, ha modo di promulgare la legge dei pieni poteri, che attribuì al partito nazista l’unicità politica in Germania, abolendo di fatto i partiti dell’opposizione. Nel frattempo vengono ideate e create le prime istituzioni del regime come il Volksgerichtshof, vale a dire il tribunale politico e immediatamente l’istituzione del primo campo di concentramento, gestito dalle SS, a Dacau. Cominciano da quest’anno anche le persecuzioni contro gli ebrei, fra l’altro, accusati di essere una delle cause della crisi economica. Ad aprile del 1933 nacque la GESTAPO, ovvero la polizia segreta di stato, un organo terrificante gestito direttamente da Hermann Göring. La teoria hitleriana del Totalstaat (stato totale) si stava attuando: un’altra importante riforma fu quella che abrogava i länder e i parlamenti regionali, con la creazione (l’anno successivo) dei Reichstaathalter, dei länder sottoposti al controllo di un führer nominato da Hitler.
Per quanto riguarda la programmazione della politica estera, Hitler aveva le idee chiare: la Germania come prima mossa uscì dalla conferenza di Ginevra e non facendo quindi più parte della Società della Nazioni, quel gesto che qualche anno prima aveva portato ad un periodo di pace relativamente lungo e di una certa importanza; doveva essere questo uno dei segnali nei confronti degli stati vincitori per pensare ad un intervento, ad un monito, se non armato almeno verbale nei confronti del cancelliere. Ma nulla si mosse e Hitler poté continuare la sua scalata politica.
1934
Il 1934 è un anno di grandi riforme interne. Hitler sosteneva l’idea della centralità dello stato e della totalità che il partito deve avere a livello di consensi: ecco perché tutti gli oppositori devono essere eliminati e tutte le ondate rivoluzionarie devono essere represse, per il “bene dello stato” secondo la concezione hitleriana. Persino all’interno del partito stesso non potevano esistere delle voci dissidenti: nella notte del 30 giugno Hitler ordinò alla sua milizia, le SS, di eliminare le SA e il loro capo Ernst Rohm, colpevoli di voler portare avanti un’ondata di rivoluzioni, laddove più che altro Hitler era preoccupato dall’autonomia che esse auspicavano. Questa notte verrà ricordata come la Notte dei lunghi coltelli. Poche settimane dopo il 25 luglio, dei gruppi di nazisti comandati da Hitler tentarono di impadronirsi con un putsch del potere in Austria: uccisero il cancelliere Dollfuss al fine di preparare l’annessione fra Germania e Austria (l’Anschluss tanto auspicata da Hitler), ma il cancelliere tedesco non pensò all’eventualità di una opposizione dell’Italia fascista. Infatti, il cancelliere Dollfuss aveva fondato dopo la prima guerra mondiale un regime di tipo fascista-cristiano non potendo che allearsi con Benito Mussolini, il quale non poteva accettare l’annessione territoriale dell’Austria alla Germania: quattro divisioni di truppe italiane si schierarono immediatamente nel confine italo-austriaco, facendo definitivamente saltare di quattro anni il piano nazista, in quanti i tedeschi non erano ancora pronti ad affrontare una guerra (il trattato di Versailles disarmò quasi completamente lo stato tedesco). Infine, il 2 agosto 1934 il presidente Hindenburg, ormai privo di poteri da oltre un anno, cessò di vivere, e Hitler assunse i pieni poteri.
1935
A partire dall’inizio di questo anno Hitler annuncia a tutte le altre potenze europee che la Germania usciva ufficialmente dalle clausole del trattato di Versailles riprendendo la corsa agli armamenti, reinserendo la coscrizione obbligatoria; vennero fondate grandi acciaierie e grandi fabbriche di armi, tutte gestite da grandi imprenditori che erano legati al partito nazista e al Fuhrer e che ricevevano parecchie sovvenzioni dallo stato; già dagli anni precedenti Hitler varò delle riforme del lavoro affermando che “gli imprenditori sono capi dell’azienda, degli impiegati e degli operai che devono perseguire il solo bene della nazione”. I sindacati vennero aboliti e Hitler con la supervisione di Göring e Schact varò dei piani quadriennali per la ricrescita economica e che mirassero all’occupazione totale (che si attuò dal 1939). All’interno di questi piani di riforme economiche venne accordato che la Germania, poteva auspicare alla presa del proprio spazio vitale e quindi all’espansionismo attraverso vari punti: senz’altro l’incremento delle produzione di cibi calorici era un nodo fondamentale per la ricrescita della salute e della produttività stessa delle persone; sopperire alla mancanza di materie prime con uno sfruttamento massiccio delle miniere della Ruhr e della Foresta Nera; e senz’altro Hitler e i suoi ministri non trascurarono mai l’importanza che i carburanti avevano all’interno di una guerra futura. Insomma, pensavano che l’approvvigionamento totale fosse il futuro che la Germania dovesse avere, e di fatto, raggiunsero questo obiettivo. Nel 1935 furono varate le tristemente note Leggi di Norimberga: per la prima volta Hitler varò delle leggi di stampo antisemita che rivendicavano lo status di razza superiore dei tedeschi e di razza inferiore degli ebrei e di tutte quelle popolazioni che rendevano meticcio il sangue tedesco (come i Sinti e i Rom). Le leggi di Norimberga tolsero agli ebrei la parità dei diritti conquistata nel 1848 proibendo i matrimoni fra ebrei e non ebrei; inoltre, venne proibito agli ebrei di avere in casa servitù di origine tedesca e gli venne infine negata la cittadinanza tedesca. Alla discriminazione legislativa si univa di fatto anche una emarginazione dalla vita sociale degli ebrei: come poteva un tedesco non ebreo rimanere amico di un tedesco ebreo senza correre pericolo di essere fucilato dalla SS?
1936
Il primo atto della politica estera di una certa importanza fu l’occupazione da parte dell’esercito tedesco della Renania, regione che era stata smilitarizzata dopo i trattati di Versailles, ma che ora aveva una posizione strategica di rilievo in quanto era la regione che confinava con Francia e Belgio. Fra il 1936 e il 1939 la Spagna fu sconvolta da una drammatica e sanguinosa guerra civile portata da avanti dal generale fascista Franco contro le schiere di partigiani: Adolf Hitler e Benito Mussolini mandarono al fronte spagnolo dei contingenti che furono fondamentali per la vittoria del fascismo spagnolo che rimase al potere fino al 1979. Hitler soprattutto mandò un contingente importante: la cosiddetta legione condor composta da aerei di prima classe che gettavano nel panico la povera popolazione spagnola che non aveva mai visto delle macchine come quelle, in più questi aerei avevano la peculiarità di avere una potente sirena che atterriva la popolazione (l’attacco di Guernica è il più ricordato grazie alla preziosa opera di Pablo Picasso). Hitler adocchiò un’alleanza con la Spagna, come una importante base d’appoggio sul Mediterraneo, nonché una importante prova per la Wehrmacht (l’esercito tedesco). Ad ottobre il governo tedesco e quello italiano, non ancora nominalmente alleati (ricordiamoci del Caso Dollfuss) si allearono definitivamente stipulando l’Asse Roma-Berlino a cui si unì nel 1940 anche il Giappone: era un patto di non aggressione che si basava su degli ideali comuni come la lotta al comunismo.
1937
Il 1937 è stato un anno di transizione in cui Hitler pose definitivamente le basi della sua politica espansionistica che si sarebbe riversata a partire dall’Austria nel 1938: il protocollo Hossbach redatto e comunicato dallo stesso Hitler ribadiva le intenzioni espansionistiche verso l’Austria e verso la Cecoslovacchia, per poi successivamente sfondare in Polonia verso Danzica, nonché la conquista del Belgio posta in una posizione significativa in quanto era un ottimo accesso sia verso la Francia sia verso la Gran Bretagna; ancora il protocollo prevedeva l’aumento dell’esercito a sei milioni di unità. Il protocollo Hossbach (chiamato anche Memorandum) ribadiva la necessità che la Germania allargasse i suoi confini per ritrovare lo spazio vitale. In quest’anno nacque il campo di concentramento di Buchenwald.
1938
Il 1938 è stato un anno fondamentale per lo sviluppo delle politiche espansionistiche tedesche e per il successivo scoppio della seconda guerra mondiale. Infatti, fra il 12 e il 13 marzo le truppe tedesche occuparono l’Austria portando così a termine l’annessione che Hitler auspicava fin da quando era sceso in politica nel 1920; poche settimane dopo a Mauthasen nei pressi di Linz venne fondato un altro campo di concentramento e di sterminio. Le persecuzioni verso gli ebrei aumentano sempre di più e l’intolleranza nei loro confronti fu sempre più forte. Annessa l’Austria, Hitler ora mirava alla Cecoslovacchia dove vigeva una situazione delicata dovuta anche alla cosiddetta questione dei sudeti, una popolazione di etnia tedesca (tre milioni) che viveva appunto in Cecoslovacchia. Hitler in un famoso discorso riguardante la questione dei sudeti disse: “Non sono disposto a consentire che qui nel cuore della Germania, l’abilità di altri statisti provochi la nascita di una nuova Palestina”. Chiara allusione verso lo stato creato da Ben Gurion e dagli alleati inglesi. Hitler era prossimo ad invadere la Cecoslovacchia e le potenze europee erano ormai pronte ad entrare in guerra contro la Germania, ma la conferenza di Monaco nel settembre del 1938 che vide protagonisti i principali capi di stato europei, fatta esclusione di Stalin, portò di fatto all’annessione “pacifica” della Germania nella regione sudeta. Ai cecoslovacchi non restò che accettare (anche perché non fecero parte della conferenza) delle scelte degli statisti. Così commento Winston Churcill la fine della conferenza: “Potevano [i capi di stato Ndr]scegliere fra disonore e la guerra: hanno scelto il disonore e avranno la guerra”. Alla fine del 1938 tristemente nota ci fu la Notte dei cristalli: in Germania si scatenarono i pogrom antiebraici e vengono distrutte quasi tutte le sinagoghe nonché la maggioranza delle case e degli edifici commerciali degli ebrei: Hitler comincia il progetto della soluzione finale, ovvero la deportazione nei campi di sterminio.
1939
Il 1939 è l’anno in cui scoppiò il primo settembre la seconda guerra mondiale, ma nei mesi precedenti ci furono degli antefatti importanti, analizziamoli. A marzo Hitler fece occupare dalla Wehrmacht la Boema e la Moravia, reclamando poco dopo il territorio di Danzica e i diritti speciali di passaggio sul territorio polacco. Prima dello scoppio, ormai nell’aria già dalla conferenza di Monaco, Hitler ebbe modo di stipulare due trattati importanti: il primo a maggio con Mussolini il cosiddetto Patto d’Acciaio, un’alleanza militare sia difensiva che offensiva, il secondo era un patto di sola alleanza e prese il nome di Patto Molotov-Von Ribbentrop, stipulato con la Russia di Stalin. Il 31 agosto Hitler mandò l’ultimatum alla Polonia per un annessione “pacifica”, ma quest’ultima rifiutò, allorché fu guerra; il 3 settembre 1939 Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania, ma ormai niente era più riparabile: sarà una guerra lunga ed estenuante e vedrà la capitolazione dei regimi fascisti italiani e tedeschi.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
http://www.historylearningsite.co.uk/newspapers_nazi_germany.html
http://www.calvin.edu/academic/cas/gpa/pre1933.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Hugenberg
http://www.dhm.de/lemo/html/weimar/innenpolitik/harzburger/
http://www.sapere.it/enciclopedia/pangerman%C3%A9simo+o+pangermanismo.html
http://www.centrostudicts.it/in-primo-piano/percorsi-in-partenza-autunno
http://www.historylearningsite.co.uk/hossbach_conference_1937.htm
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/biografie/david-ben-gurion/36/default.aspx
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