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La nascita dello Stato di Israele e la guerra in Palestina

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Un conflitto territoriale nasce quando due o più stati rivendicano una determinata area geografica sia essa intesa superficie terrestre, regione acquatica o spazio dell’etere. Se fino all’inizio delle seconda guerra mondiale si pensava che i conflitti riguardassero solo limitate porzioni di terra, con la Grande guerra e la Guerra fredda si è realmente compresa la nuova portata distruttiva delle armi contemporanee: la visione del mondo cambiò definitivamente dopo Hiroshima e Nagasaki. Era il 6 Agosto 1945 quando venne sganciata una bomba nucleare su Hiroshima, momento unico nella storia delle distruzioni di massa.

Un caso tipico di conflitto territoriale è esemplificabile con la guerra in Israele: l’istituzione e l’affermarsi dello stato di Israele avvenne nel 1948 in un territorio già appartenente alla Palestina. Negli anni precedenti, durante le due guerre mondiali ed in particolare durante la seconda, migliaia di ebrei, costretti alla fuga dalla propria terra natia, funestata dalle persecuzioni antisemite, si rifugiarono in Palestina dove comprarono terreni incolti. I coloni mantennero costanti e importanti rapporti con i paesi Occidentali, intessendo reti di commercio e scambi. In particolar modo ottennero dagli Stati Uniti un totale appoggio e riconoscimento. Lo stato di Israele cominciò ad essere riconosciuto ufficialmente.

La creazione di uno stato di fede ebrea venne visto come una forma di “risarcimento” per gli anni (forse secoli) di persecuzioni e intolleranze dovute sopportare, questa la versione ufficiale dell’ideologia dominante tra le potenze mondiali dopo la seconda guerra mondiale (URSS, USA, GB, Francia). Il problema della nascita dello stato di Israele venne concepito come una mancanza di rispetto dagli indigeni non-ebrei che abitavano la regione ben prima che arrivassero i nuovi coloni ebrei: le popolazioni vicine già insediate in quelle terre da secoli di fede musulmana. Inoltre queste ultime passarono dalla dominazione inglese (la Palestina fino al 1912 era un protettorato britannico) alla dominazione israeliana. E così gli israeliani, da ebrei perseguiti, presero possesso diretto del territorio nel quale sussisteva una popolazione di fede musulmana. Come spesso in simili casi la storia ci ha mostrato il vero volto dell’inclemenza: nel 1947 l’ONU con lo Special Committe on Palestine cercò di sanare la pericolosa situazione di conflitto potenziale e reale senza riuscirci. Infatti sebbene propose una divisione pacifica della Palestina, una ebraica e una musulmana, questa venne rifiutata dagli stati confinanti, dando avvio, di fatto, ad un conflitto bellico che permane tutt’oggi e che potenzialmente può durare ancora per decine di anni. Lo stato di Israele ha sempre concepito l’uso della forza come strumento preminente nelle relazioni tra stati, considerandosi giustificato dalla condizione di perpetuo stato di assedio, sicché la distensione non è stata possibile.

29 NOVEMBRE 1947: Dopo circa 30 anni di tensioni e di conflitti fra la popolazione araba e quella ebraica una risoluzione dell’ONU stabilisce la creazione di 2 stati palestinesi: uno arabo e uno israeliano.

14 MAGGIO 1948: Non appena le forze armate inglesi abbandonano la Palestina, il governo provvisorio ebraico proclama la nascita dello stato di Israele.

MAGGIO 1948-FEBRAIO 1949: Prima guerra arabo-israeliana. I membri della lega araba, egiziani, giordani, libanesi, siriani, iracheni procedono all’invasione del nuovo stato. Israele riesce a difendersi e a ricacciare indietro le forze combattenti arabo-palestinesi. In seguito alla nascita dello Stato di Israele migliaia di palestinesi sono costretti ad abbandonare la propria terra e rifugiarsi nei Paesi arabi confinanti (lasciano la Palestina oltre il 60% dei palestinesi). Gerusalemme rimane divisa in 2 parti: una occupata dagli arabi e una occupata dagli ebrei.

1964: Nascita dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) che ha come scopo il riconoscimento dei diritti dei palestinesi costretti a vivere dentro  campi profughi allestiti dalla Croce Rossa internazionale oppure spinti ad emigrare nei paesi arabi circostanti. I palestinesi rimasti senza patria iniziano a rivendicare un proprio territorio. Capo dell’ OLP è Arafat.

GIUGNO 1967: Gli arabi sono sconfitti da Israele nella famosa “Guerra dei sei giorni”, in cui Israele riesce a completare l’occupazione di Gerusalemme e a mettere sotto controllo una vasta area che va dalle rive del Giordano al Canale di Suez. Israele è sostenuta dagli Stati Uniti e dai paesi occidentali, in quanto l’esistenza del nuovo stato di Israele è considerata di interesse fondamentale in una regione di decisiva importanza economica e politica.

NOVEMBRE 1967: Il Consiglio di Sicurezza dell’ ONU vota una risoluzione, con la quale è affermato il diritto di Israele ad esistere, ma se ne chiede il ritiro dai territori occupati con la “Guerra dei sei giorni” in seguito alla quale la  situazione dei palestinesi si era aggravata e molti si erano rifugiati in Giordania e Libano. Il disagio dei palestinesi aveva portato a un rafforzamento dei gruppi estremisti, che agivano attraverso attentati terroristi e incursioni nel territorio di Israele.

SETTEMBRE 1970: Il re di Giordania, Hussein, per timore delle ritorsioni israeliane, fa attaccare i campi profughi palestinesi. Questo periodo venne chiamato “Settembre nero”. Dopo veri e propri massacri, costringe i palestinesi a spostarsi in territorio libanese

6 OTTOBRE 1973: Guerra del Kippur. L’Egitto in accordo con la Siria lancia una guerra contro Israele, per riprendersi i territori occupati nel 1967. In questa occasione tutti i paesi arabi, produttori di petrolio, appoggiano i siriani e gli egiziani, bloccando le esportazioni di petrolio. Più tardi alzano il prezzo del petrolio con una politica che mirava a colpire gli USA e i paesi occidentali che sostenevano Israele.

SETTEMBRE 1978: Accordo di Camp David con la mediazione degli Stati Uniti.  Pacificazione tra Egitto e Israele. Israele restituisce il Sinai all’Egitto e autonomia ai palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

1982: Dopo l’uccisione del presidente egiziano Sadat i rapporti tra palestinesi e israeliani tornano tesi. Israele contrario alla creazione dello stato palestinese e i palestinesi appoggiati dagli stati arabi contrari a ogni trattativa. È l’epoca degli attentati terroristici e delle rappresaglie di Israele. Nel giugno del 1982 nei campi profughi di Sabra e Chatila, alla periferia di Beirut, viene compiuto il massacro di migliaia di civili ad opera delle milizie cristiane libanesi protette dall’esercito israeliano.  Dopo 20 anni di occupazione le condizioni di vita sono pressoché intollerabili per chi vive nei territori occupati, la questione palestinese figura sempre in fondo all’elenco delle priorità in occasione dei summit della Lega araba. Isolata a Tunisi la dirigenza dell’OLP è rassegnata alla perdita della patria e all’impossibilità dell’autodeterminazione dei palestinesi.

Dal 1987 al 1992 i palestinesi cominciano una forma di resistenza popolare chiamata “Intifada”, ovvero ‘il risveglio’. L’inizio e il diffondersi della rivolta coglie di sorpresa gli israeliani compresi i vertici dell’OLP e gli osservatori internazionali. L’OLP produce  intanto, un documento intitolato “Dichiarazione di indipendenza” nel quale riprende i temi della rivolta, del destino dei rifugiati, dei confini dello Stato e del futuro di Gerusalemme.

1993: vengono firmati gli Accordi di Oslo con la creazione dell’Autorità Nazionale Palestinese, ma i nodi principali restano irrisolti e rimandati a un secondo turno di negoziati come la nascita dello Stato palestinese indipendente, il rientro dei profughi e lo status di Gerusalemme.

 1994: la Giordania firma un accordo di pace con Israele. Nelle zone che dovevano diventare il futuro Stato palestinese comincia una forma di autogoverno guidata dall’Autorità Nazionale Palestinese, presidente della quale viene eletto nel 1996 Yasser Arafat. Dopo l’entusiasmo degli accordi, la diplomazia internazionale arresta la sua pressione e israeliani e palestinesi non riescono a trovare un accordo. Gli accordi di pace, le ritrattazioni, la comparsa del terrorismo, la violenza degli stati, i ripensamenti e gli incontri non portarono a nulla.[i]

2000 inizia la seconda Intifada.

2004: muore Arafat.

2005 Il governo israeliano guidato da Sharon decide di sgomberare la Striscia di Gaza occupata nel 1967 lasciando l’amministrazione del territorio ai palestinesi. In seguito alle elezioni politiche in Palestina, il 25 gennaio 2006, e la vittoria degli islamisti di Hamas il nuovo governo viene da subito boicottato da Israele e dalla comunità internazionale.

2006: nuova guerra tra Israele e Libano. Hamas e Fatah formano un nuovo governo di unità nazionale.

2007 Hamas vince le elezioni nella Striscia di Gaza mentre Israele dichiara Gaza un’entità nemica stringendola sotto l’embargo e impedendo l’apertura dei confini.

29 NOVEMBRE 2012: la Palestina viene ammessa all’interno dell’ONU come stato osservatore non membro.

La situazione odierna, assimilabile alla situazione del 1947, è quello di uno stallo scacchistico e la visione è sempre più di una guerra inconcludente ma che ha un che di surreale: bombe che esplodono e dilaniano una porzione di terra dove vivono bambini, donne e uomini come tutti noi. Nel 2013 è assurdo pensare ancora che possa esistere un conflitto del genere ed è assurdo e “mestamente triste”  poter pensare che questo conflitto non sembra poter avere una fine, laddove non si danno ancora le basi razionali per una mediazione tra i paesi vicini, più interessati a mantenere una reciproca condizione di belligeranza attiva e passiva, piuttosto che riconoscere la reciproca dignità e porsi così più avanti nella strada della pace.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo4d_05/occidente_oriente/occ_exsoviet_occ_giap/hiroshima_nagasaki.htm

http://www.corriere.it/speciali/campdavid/grafico.html

http://www.civicolab.it/israele-palestina-un-conflitto-che-viene-da-lontano-di-angela-masi/

http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/israe015.htm

 


[i] www.civicolab.it


Wolfgang Francesco Pili

Sono nato a Cagliari nell’aprile del 1991. Ho da sempre avuto nelle mie passioni, la vita all'aria aperta, al mare o in montagna. Non disdegno fare bei trekking e belle pagaiate in kayak. Nel 2010 mi diplomo in un liceo classico di Cagliari, per poi laurearmi in Lettere Moderne con indirizzo storico sardo all'Università degli studi di Cagliari con un'avvincente tesi sulle colonie penali in Sardegna. Nel bimestre Ottobre-Dicembre 2014 ho svolto un Master in TourismQuality Management presso la Uninform di Milano, che mi ha aperto le porte del lavoro nel mondo del turismo e dell'accoglienza. Ho lavorato in hotel di città, come Genova e Cagliari, e in villaggi turistici di montagna e di mare. Oggi la mia vita è decisamente cambiata: sono un piccolo imprenditore che cerca di portare lavoro in questo paese. Sono proprietario, fondatore e titolare della pizzeria l'Ancora di Carloforte. Spero di poter sviluppare un brand, con filiali in tutto il mondo, in stile Subway. Sono stato scout, giocatore di rugby, teatrante e sono sopratutto collaboratore e social media manager di questo blog dal 2009... non poca roba! Buona lettura

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