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Consigliamo Capire la risposta alla domanda “Che cosa è l’illuminismo”
Il cosmopolitismo è una dottrina filosofica per cui l’uomo si pone al centro di una struttura complessa chiamata ‘mondo’. Essa sostiene l’irrilevanza all’appartenenza ad una determinata nazione e difende l’idea invece che l’essenza, nonché il dovere, dell’uomo è quella di essere cittadino del mondo. È dunque una corrente in forte contrapposizione a tutte le spinte e correnti di stampo nazionalistico e razziste.
Questa dottrina filosofica si è sviluppata a partire dal V secolo a.C. quando nell’antica Grecia si viveva una forte crisi nell’istituzione della poleis: i sostenitori e portatori di questa nuova dottrina furono per primi i sofisti Ippia e Antifonte che contrapponevano la natura alla legge. Sostenevano dunque l’appartenenza di uomo ad una stirpe comune, ad una stessa natura e stato. Ecco perché l’ideologia partigiana delle poleis entrò in crisi: la centralità della città stato faceva riferimento ad ogni singolo cittadino formante un tassello fondamentale per l’esistenza, considerandolo un unicum rispetto alle altre unità culturali e statuali. Più avanti la definizione di cosmopolitismo verrà ampliata e redatta nei dettaglia dalla corrente filosofica degli stoici: Cicerone fu un convinto sostenitore di questa tesi e disse che “patria est ubicumque est bene”[i], locuzione latina ripresa anche nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni e citata da Don Abbondio nel XXVIII capitolo, che significa “la patria è dove si sta bene”.
In età moderna il concetto di cosmopolitismo venne ampiamente ripreso a partire dall’Età dei Lumi, l’età dell’Illuminismo. Secondo Voltaire, il filosofo “non è né francese, né inglese, né fiorentino: egli è di tutti i paesi.”[ii] Al cittadino patriottico Voltaire contrappone il cittadino del mondo, affermando che quest’ultimo può conoscere molto di più la vita e la cultura rispetto a chi è dominato dalla mentalità limitata dai pregiudizi nazionalistici o cittadini dell’uomo di città. Negli anni successivi a Voltaire si concentrerà il dibattito fra cosmopolitismo, federalismo e pacifismo. L’abate Saint Pierre intravedeva nell’unione federale europea, sotto condizione di una pace e dominata da idee cosmopolite, la visione di un mondo perfetto. Kant individuerà nel cosmopolitismo e nel federalismo due degli elementi per raggiungere la pace perpetua (il terzo elemento era la costituzione repubblicana). Nel diciannovesimo secolo con il forte senso di nazionalismo statale, il concetto di cosmopolitismo verrà ridimensionato col passare degli anni.
La considerazione che dobbiamo fare oggi sul cosmopolitismo, anche in virtù dei conflitti bellici e dell’importanza delle modifiche geopolitiche, è che certamente è difficile pensare che ognuno possa coltivare il proprio orto senza pensare che un conflitto territoriale nell’altro emisfero non abbia ripercussione sul nostro piccolo microcosmo quotidiano: la caduta del blocco comunista, l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre, la guerra psicologica iniziata all’inizio del 2013 da parte di Kim Jong Un sono tutti aspetti che il cittadino di un villaggio, di un paese, di una città, di una regione e di una nazione in qualunque parte del mondo, oggi giorno non può trascurare. Dunque in conclusione il cosmopolitismo è dentro ognuno di noi.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Palagiano C, Linee tematiche di ricerca geografica, 2002, PATRON editore, Granarolo dell’Emilia (BO)
www.treccani.it
[i] Cicerone Tuscolanae disputationes, V., 37, 108.
[ii] “Cartésianisme” del Dictionnaire philosophique.
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