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Fattori irrilevanti e giudizio morale

L’ordine temporale di presentazione degli scenari morali è una variabile che influenza la valutazione morale degli stessi da parte del soggetto. A confermare questa osservazione arriva uno studio del tedesco Alexander Wiegmann dell’Università di Göttingen e colleghi, pubblicato recentemente su Philosophical Psychology col titolo “Order Effects in Moral Judgments”.

La variabile dell’ordine di presentazione dello stimolo (con “stimolo” qui è da intendersi in modo specifico il dilemma morale sul tipo introdotto nel contesto della ricerca empirica da Greene e sviluppato originariamente come esperimento mentale da Foot) ha sorprendentemente ricevuto poche attenzioni da parte della comunità scientifica (un’eccezione è rappresentata, in ambito italiano, da Lanteri et al. 2008).

La spiegazione delle nostre intuizioni morali tuttavia non può ignorare lo studio delle variabili non morali che determinano in modo non casuale il processo di presa di decisione morale. Tanto più che il pattern di influenza è sistematico e particolarmente asimmetrico. Solamente i dilemmi morali ai quali i soggetti in media rispondono valutando l’azione proposta come moralmente accettabile o permessa, quando il dilemma è presentato isolatamente, sono affetti dall’ordine di presentazione della sequenza dei dilemmi, e nel caso specifico in cui siano immediatamente preceduti da dilemmi morali ai quali i soggetti in media rispondono valutando l’azione proposta come moralmente inaccettabile o assolutamente vietata.

Se questo è il caso, l’azione da compiersi nella situazione dilemmatica viene valutata come meno accettabile. Ci sarebbe, in sostanza, un effetto influenzante del negativo sul positivo, quando è il caso che il primo preceda immediatamente il secondo, mentre non sarebbe vero l’opposto. Lo studio di Wiegmann et al., grazie a un ingegnoso disegno sperimentale, compie un passo ulteriore dimostrando che se la similarità (per aspetti moralmente rilevanti) tra gli scenari consecutivi è massimizzata, allora si può dare il caso di una inversione totale di giudizio, ovvero una variazione qualitativa e non solamente quantitativa del giudizio. Il soggetto può arrivare a giudicare inaccettabile un’azione che avrebbe giudicato accettabile nel caso in cui gli si fosse presentato il dilemma isolatamente.

Una prima questione interessante di cui la scienza dovrebbe occuparsi è quella di determinare la natura dei processi psicologici responsabili dell’asimmetria rilevata. Gli autori ipotizzano due meccanismi (volendo interagenti) responsabili dell’effetto osservato. Il differente impatto emotivo degli scenari (con gli scenari negativi più emotivi) e l’urgenza di giustificare il rifiuto di una regola morale piuttosto che la sua accettazione, potrebbero determinare l’asimmetria nel senso di occorrere come criteri guida nel primo scenario negativo e, data la loro forza, rimanere a dirimere le decisioni successive del soggetto anche negli altri scenari presentati.

Una seconda questione, altrettanto interessante, per i filosofi, è quella se questo risultato rinforzi la visione per cui il metodo filosofico tradizionale di appoggiare l’argomentazione sull’evidenza dell’intuizione sarebbe reso invalido dal risultato empirico che le intuizioni (in questo caso morali) sono instabili, soggette a bias e determinate da fattori (moralmente) irrilevanti (Weinberg et al. 2001).

Lo studio, di fatto, mostra che le nostre intuizioni morali in determinati casi sono influenzate in modo significativo da fattori moralmente irrilevanti: ovvero, l’ordine di presentazione dello scenario. Ora, la questione centrale è capire se e quanto i risultati trovati sono generalizzabili alle situazioni quotidiane in cui è implicato il ragionamento morale, dell’uomo comune e del filosofo.

In chiusura notiamo che la possibilità di affermare che le nostre intuizioni sono generalmente viziate (da bias o fattori irrilevanti alla sostanza dei problemi che ci poniamo) passa dal determinare la generalizzabilità dei risultati e, dunque, dallo sviluppare esperimenti ecologicamente validi.

Reference:

  1. Wiegmann, A., Okan, Y., Nagel, J. (2012). Order Effects in Moral Judgments. Philosophical Psychology. 25:6, pp. 813-836.
  2. Lanteri, A., Chelini, C., Rizzello, S. (2008). An experimental investigation of emotions and reasoning in the trolley problem. Journal of Business Ethics. 83, pp. 789-804.
  3. Weinberg, J., Nichols, S., Stich, S. (2001). Normativity and epistemic intuitions. Philosophical Topics, 29, 429–460.

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Articolo originale pubblicato su BRAINFACTOR Cervello e Neuroscienze – Testata registrata al Tribunale Milano N. 538 del 18/9/2008. Direttore Responsabile: Marco Mozzoni.

Questo articolo è stato inoltre pubblicato nel monografico dedicato alla morale di Brainfactor Journal Vol. 5 Issue 2 pg. 2.


Francesco Margoni

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Studia lo sviluppo del ragionamento morale nella prima infanzia e i meccanismi cognitivi che ci permettono di interpretare il complesso mondo sociale nel quale viviamo. Collabora con la rivista di scienze e storia Prometeo e con la testata on-line Brainfactor. Per Scuola Filosofica scrive di scienza e filosofia, e pubblica un lungo commento personale ai testi vedici. E' uno storico collaboratore di Scuola Filosofica.

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