E’ uscito recentemente il libro del filosofo Giangiuseppe Pili: “Un mistero in bianco e in nero. La filosofia degli Scacchi”, Le Due Torri, Bologna, 2012.
Un libro originale e interessante, ma anche difficile. Da una rapida scorsa all’Indice e alla Bibliografia il lettore è subito confrontato con la ricchezza e complessità dell’argomento trattato dall’autore (Pili è filosofo e scacchista), dove oltre all’aspetto più propriamente filosofico chi legge è sollecitato a verificare la propria conoscenza in altri ambiti che vanno dalla logica simbolica, alla teoria del linguaggio, alla matematica, intelligenza artificiale ed anche un po’ di psicologia. Questi argomenti sono in parte accennati, ma vengono approfonditi in alcuni capitoli centrali del libro (Capitoli 5-9), e sono trattati dall’autore con sicurezza e perfino con un’audacia che stupiscono il lettore e che presuppongono in lui un’ampia cultura non dissimile da quella di chi scrive. Questo potrebbe essere un limite del libro oppure una sua virtù in relazione all’approccio del lettore.
Il libro è dunque difficile, anche se si sente l’impegno dell’autore per facilitarne la lettura.
Il libro appare adatto a quei lettori che abbiano già una buona conoscenza delle tematiche scacchistiche (gioco di posizione, strategia e tattica, teoria degli scacchi e analisi degli errori) e una discreta (almeno elementare) conoscenza della storia della filosofia. Tuttavia il lettore è implicitamente invitato a proseguire da solo questo viaggio culturale, che, partendo dagli scacchi e dalla filosofia, estenda i propri confini in altri ambiti. L’ampia Bibliografia del libro è sicuramente un valido mezzo per intraprendere questo cammino per chi lo desideri o lo senta necessario. Dunque un libro euristico: avanti allora !, ma come ben dice Pili: “Accidenti il tempo!”….
Questo aspetto è anche in linea con la mia personale convinzione che la stesura di un libro (articolo, racconto o poema che sia) sia responsabilità dell’autore fino al momento della pubblicazione del lavoro, ma che dopo la responsabilità della lettura e la comprensione di un lavoro letterario, di qualunque forma sia, ricade sui lettori, nella cui mente i vari aspetti devono trovare coesione e coerenza.
In conclusione non posso che invitare fortemente alla lettura di questo notevole libro, colto e istruttivo nel più alto significato del termine.
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