Periodo: 1690-1700.
Temi: opposizione programmatica al barocco, esigenza di spontaneità e naturalezza, classicismo, riferimento ideale alla Grecia antica e alla poesia di Dante, petrarchismo, moderato realismo.
Scheda
L’arcadia fu la prima accademia di rilievo in tutto il territorio italiano, allora ancora diviso in molti staterelli. Essa venne fondata da un insieme di letterati eterogenei per formazione, tutti, però, accomunati dalla volontà di rottura col gusto barocco. In questa necessità di cesura col recente passato risiede la motivazione della scelta del nome. che si richiama esplicitamente alla classicità. Per le stesse ragioni, l’organizzazione peculiare dell’accademia si riallaccia, indirettamente, all’intento programmatico di rottura col barocco: ogni membro dell’Arcadia aveva un nome di un pastore greco, ogni nome ufficiale, infatti, rimandava alla grecità, patria del pensiero “classico” per antonomasia.
Il rifiuto della poetica barocca si esprime tanto nello stile che nei temi: se il barocco era un movimento tumultuoso ed inquieto, così l’Arcadia ricercava la serenità, la chiarezza. Ciò veniva reso in uno stile condiviso più lineare, meno ardito e con meno metafore, la scelta semantica era di un lessico medio, medio rispetto alla letteratura artistica del barocco, così densa di allegorie e metafore. L’Arcadia fu, dunque, un movimento estremamente legato al suo periodo storico, in particolare ad alcuni temi illuministici e preromantici.
Sebbene la volontà comune di rottura rispetto al barocco fosse esplicita, non così ovvi erano i modi e i modelli di riferimento a cui si dovesse rifare, giacché, comunque, siamo in un periodo in cui il rifiuto di un modello implicava l’adesione ad un altro. In generale, infatti, era la qualità del modello di riferimento ad attribuire qualità a ciò che rappresentava il modello stesso, come se un elemento di un insieme dovesse le sue virtù esclusivamente alla categoria a cui appartiene. Per tanto, il fatto che l’Arcadia rifiutasse programmaticamente i precedenti insiemi di dettami seguiti dai più e dai più autorevoli artisti del barocco, non significa che fosse libera in ogni scelta e, di fatti, i riferimenti ideali a cui attingono non sono che una rivisitazione patinata e moderna di miti classici che, di classico, hanno solo una superficie di maniera. Infatti, come si può evincere indirettamente, l’Arcadia fa perno su una serie di idee che potrebbero essere scambiate per dei pregiudizi piuttosto superficiali di chi il classicismo greco l’ha frequentato solo indirettamente. Per tanto, l’adozione di un “nuovo” modello non deve stupire e, con la rottura con il recente passato artistico, la scelta del riferimento non era, poi, così grande e, infatti, ricade o su Dante o su Petrarca, i due grandi geni artistici, precedenti al rinascimento e al barocco. Ad ogni modo, era opinione del fondatore dell’accademia, Grovina, quella di tornare ai modelli disponibili dalla classicità, agli antichi miti e alla lingua di Dante: i temi classici della Grecia anticha vengono riproposti in chiave moderna con l’italiano classico di Dante.
Un’altro possibile modello era offerto dalla ripresa dei temi e lingua di ciò che aveva preceduto il barocco e il rinascimento: Petrarca. Una poetica della medietà era propugnata da quanti non la pensavano con Grovina. Per altro, questa seconda visione della poetica dell’Arcadia fu sostenuta a gran voce dalla Chiesa, perché ritenuta meno sovversiva rispetto all’altra. L’inconciliabilità e la tensione dei due versanti opposti e delle due posizioni portò ad una scissione dell’accademia.
Bibliografia
Casadei A., Santagata M., (2007), Manuale di letteratura italiana medioevale e moderna, Laterza, Roma-Bari.
Dizionario Critico della Letteratura Italiana, UTET, Torino, Voll. 1.
Dizionario Garzanti della Letteratura, Garzanti, Milano.
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