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La stanza N. 13 – Edgar Wallace

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Johnny Gray è finito al fresco per alcuni mesi. Egli, come tutti i carcerati, si professa innocente, ma quanti ragazzi al fresco lo sono veramente? Peter Kane fu ladro, ora felice di stare in pensione, la cui unica preoccupazione è l’amata figlia Marney che, tra poco, si sposerà con l’ufficiale canadese, il capitano Floyd. Johnny Gray vuole trovare chi l’ha incastrato e ama, ancora, la bella Marney. Peter Kane verrà messo in mezzo, insieme a Johnny, in una storia di soldi falsi. Emmanuel Legge vuole vendicarsi di Peter Kane perché, a suo dire, è lui che l’ha incastrato, condannandolo a quattordici anni di reclusione. Jeff Legge, il figlio di Emmanuel, si scoprirà essere il maggiore Floyd. Jeff Legge verrà sparato alle spalle nella stanza numero tredici, ma si salva. Ma chi ha sparato? E c’è un grande falsario, in mezzo ai protagonisti, chi sarà?

Il libro di Wallace ricorda un libro noir, senza esserlo ma anche un giallo classico, senza esserlo. La narrazione è avvinta attorno alla trama e i personaggi non sono in alcun modo caratterizzati.

Le motivazioni che spingono i personaggi all’azione sono superficiali e, talvolta, ben poco plausibili. L’unico sentimento che Wallace sembra riconoscere come valido movente per il male è la vendetta. Egli, in effetti, è il cantore di questo triste, sebben popolare, tratto caratteristico di alcuni esseri umani: Gray vuole vendicarsi di chi l’ha incastrato, come Jeff Legge vuole vendicarsi di chi ha fatto soffrire il padre e Emmanuel Legge, padre di Jeff, vuole a sua volta vendicarsi di Peter Kane il quale, a detta di Legge, l’aveva fregato mentre il ladro Fenner vuole vendicarsi di Emmanuel Legge perché l’aveva incastrato. Tutto un giro in modo tale che ciascun personaggio abbia un movente solido quando, in realtà, risulta il tutto un po’ forzato, meccanico e molto implausibile, sia sul piano delle motivazioni astratte per l’agire che di quelle concrete.

Non ci troviamo di fronte ad un buon libro giallo né ad un buon libro noir: francamente, c’è da rimaner delusi dalla lettura di quest’opera, a parte l’interesse, da un punto di vista di storia della letteratura poliziesca, per un libro che non è né noir né giallo “classico” pur avendo molte qualità dell’uno e dell’altro ma non le loro peculiarità distintive: ci vorrà ancora un po’ di evoluzione per separare i due filoni narrativi. Un libro del quale, comunque, ci si disfa in pochi giorni, l’unico pregio, ammesso che la velocità di consumo sia, di per sé, motivo di vanto.


EDGAR WALLACE

LA STANZA N. 13

NEWTON & COMPTON

PAGINE 130


Giangiuseppe Pili

Giangiuseppe Pili è Ph.D. in filosofia e scienze della mente (2017). E' il fondatore di Scuola Filosofica in cui è editore, redatore e autore. Dalla data di fondazione del portale nel 2009, per SF ha scritto oltre 800 post. Egli è autore di numerosi saggi e articoli in riviste internazionali su tematiche legate all'intelligence, sicurezza e guerra. In lingua italiana ha pubblicato numerosi libri. Scacchista per passione. ---- ENGLISH PRESENTATION ------------------------------------------------- Giangiuseppe Pili - PhD philosophy and sciences of the mind (2017). He is an expert in intelligence and international security, war and philosophy. He is the founder of Scuola Filosofica (Philosophical School). He is a prolific author nationally and internationally. He is a passionate chess player and (back in the days!) amateurish movie maker.

3 Comments

  1. Maria Maria 18 Novembre, 2014

    belloo il riassunto mi ha servito

    • Giangiuseppe Pili Giangiuseppe Pili 18 Novembre, 2014

      Grazie Maria,

      Spero che sia stato davvero utile e non solo un modo di dire ironico! 😉

  2. Maria Maria 18 Novembre, 2014

    molto bello hai avuto ragione ed e cosi il romanzo di Edgar Wallace e un romanzo complicato e non molti di noi riusciamo a capirlo

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