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Consigliamo in SF I tre generi dell’etica e Percorso di etica e metaetica di Giangiuseppe Pili
- I fatti sono oggetto di conoscenza della scienza naturale
- La scienza è un sistema di costruzione di mezzi
- La scienza, dunque, non costituisce un sistema di fini
- La scienza è neutra rispetto a ciò che conosce
- I valori sono definiti da proprietà e relazioni che non valgono per i fatti
- L’atto valorativo è un atto soggettivo
- I valori sono relativi al soggetto
- Ovvero ogni atto di valutazione è relativo all’individuo che lo compie
- Non ci sono atti di valutazione oggettivi
- Non esistono procedimenti che consentano di dirimere preferenze di valori
- La norma non è determinata da alcun principio oggettivo fondativo
- L’adozione di un’etica è agente-relativa
Per Max Weber tutto ciò che esiste sono i fatti i quali sono indagati dalla scienza naturale. La scienza, in questo senso, si limita a riportare i legami causali tra fenomeni senza darne una valutazione. L’interesse dello scienziato è l’indagine della realtà per quel che essa è, con il solo fine di giungere alla costruzione di mezzi tali che ci consentano una migliore gestione dell’esistente. La realtà va dominata con gli strumenti della scienza naturale.
Weber opera due scissioni in una: da un lato egli riconosce l’esistenza di una realtà oggettiva che è la fonte di ogni verità o falsità. Le proposizioni vere sono quelle della scienza naturale e nessun’altra. Da un altro lato, non è neppure possibile fondare l’oggettività morale sulla conoscenza giacché, se questa è esatta, si limite a mostrare ciò che esiste, nella correlazione di cause con effetti. Se la scienza è conoscenza della natura, se la conoscenza della natura conduce ad una pura analisi della causalità fisica senza disvelare alcun valore allora la conoscenza non conduce ad alcuna formulazione di un’etica oggettiva.
L’etica viene fatta collassare sull’agente che, di fatti, concepisce atti valutativi dei fatti naturali ma essi sono l’espressione della pura soggettività del soggetto. I valori sono solo nella mente di chi li vede e li sente, ma non sono proprietà essenziali delle cose. Ciò è mostrato proprio dalla scienza naturale ché non ci dice se un fatto è buono o cattivo, ma solo se un fatto c’è o non c’è e, se c’è, il perché sussiste. Insomma, l’etica è il frutto di una valutazione soggettiva. Ciò implica che l’atto valorativo e l’assunzione di un principio morale è un fatto puramente individuale che, al massimo, può essere espresso ma finisce per non essere ritenuto degno di universalità: se qualcuno ci dice il motivo di una sua azione o ciò che sente circa un fatto, ciò non costituisce per noi alcun interesse né, tanto meno, ci conduce ad adottare i principi di colui che li ha enunciati.
In ultima analisi, sostiene Max Weber, l’etica della responsabilità politica, quella che dovremmo auspicare, è una scelta, una deliberazione puramente libera del soggetto che decide di interessarsi agli altri, senza, però, avere una motivazione ulteriore rispetto alla sua stessa inclinazione. Max Weber, così, assume l’idea che l’adozione di un determinato principio sia il risultato di una scelta che, d’altra parte, è vincolante solo per il soggetto che l’ha adottata e non costituisce una ragione universale per l’azione. Nessun valore esiste se non in chi lo pensa, nessuna norma esiste se non in chi la assume. L’etica è un fatto puramente soggettivo.
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