Press "Enter" to skip to content

Scuolafilosofica Posts

Featured

Cosa è ScuolaFilosofica?

ScuolaFilosofica (SF)

è un progetto che ha come Ideali:

  • Diffondere la Cultura e la Ragione in ogni forma.
  • Dare spazio a tutti coloro che hanno voglia e facoltà.
  • Fornire risposte per ogni segnalazione ricevuta.
  • Creare un buon portale di filosofia analitica.

Il Nostro ideale è quello di proporre una libera diffusione di materiali scelti e di fornire un punto di contatto tra persone interessate alla discussione delle proprie idee e opinioni, in piena libertà e in linea con la responsabilità che ogni intervento richiede. Il nostro Ideale impone tale responsabilità, ed è sostenuta nella convinzione che Conoscenza e Democrazia debbano passare anche attraverso portali liberi da Istituzioni e da qualunque barriera che non favorisca il libero accesso ai contenuti della Ragione.

Perché collaborare? Perché sì!

Vai a vedere come!

Vuoi vedere un video di presentazione?

Logo

La poesia lucana di Flora Gilda Pianta – Studi Lucani

Copyright: “Paesaggio Innevato di Rapolla in provincia di Potenza alle prime luci del mattino.”; Autrice: Rossella Castellano, 28 febbraio 2018; https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paesaggio_di_Rapolla.jpg

Una lettura della raccolta Tra me e il mare (2022) di Flora Gilda Pianta.

Avvertenza dell’articolista:

Il presente articolo propone un’analisi letteraria della raccolta Tra me e il mare (2022) di Flora Gilda Pianta, al fine di esaltarne le qualità strutturali e interne dei componimenti. I versi che sono riportati come citazioni sono in totale 65 e corrispondono all’11% .ca del totale della raccolta. Tutti i versi citati fanno riferimento all’edizione 2022, citata in bibliografia, e sono corredati di opportuna menzione dei versi e delle pagine di riferimento (cfr. Nota 4). L’autore, il cui unico intento è quello di proporre un’analisi dell’opera per inserirla nel ciclo di studi denominato “Studi Lucani”, si dichiara disponibile ad apportare modifiche all’articolo qualora richiesto.   

Introduzione:

Una Basilicata di poeti, di gente piena di passione per l’arte di vivere e di far poesia con la quotidianità, così ha immaginato la sua terra Rocco Scotellaro quando, nell’opera Contadini del Sud, ha dato voce ai più umili e semplici contadini della Lucania, a dimostrazione di come sia proprio nella semplicità campagnola che nasca la poesia più sublime. Una poesia giocata sul distendersi dei colori della campagna lucana, sullo «zirlìo dei grilli»[1], propriamente una poesia che fosse figlia della meravigliosa realtà contadina dei piccoli paesetti lucani. A quasi un secolo dall’attività poetica di Scotellaro, di cui peraltro ancora si avverte un forte eco di ispirazione, la situazione non è certo mutata nel panorama dei poeti. Sulla scorta di poeti lucani illustri, tra cui è doveroso menzionare Leonardo Sinisgalli, Albino Pierro e Mario Trufelli,[2] nei paesini lucani che giacciono in frantumi[3] tra monti e colline, la produzione poetica è ancora viva. Certo è mutata la realtà socio-culturale, ma non è venuto meno lo spirito poetico dei lucani, che ancora si dilettano a versificare il loro quotidiano, descrivendone le più fini emozioni.

Nell’ambito dei miei personali sforzi di “studi lucani”, con il presente lavoro intendo dare lustro e risalto all’opera di una poetessa lucana contemporanea, Flora Gilda Pianta, sollevando l’attenzione della critica alla raccolta Tra me e il mare (2022).[4] Si proporrà di seguito un’analisi quanto più puntuale della strutturazione interna della raccolta, tramite cui porre in risalto le corrispondenze tematiche e strutturali dei componimenti, nonché la loro ragionata mise en recueil, per proporre infine l’analisi di alcuni dei passaggi maggiormente profondi e toccanti, il loro rapporto con la tradizione poetica e le tematiche fondamentali della raccolta.

Schizofrenia morale – Inconciliabilità tra Motivazioni e Giustificazioni

Megagreenleopard, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Il campo delle teorie morali è variegato e causa disaccordi circa i piani della motivazione e della giustificazione dell’atto morale. Uno dei discriminanti per rientrare nel campo della moralità è certamente l’avere un’attitudine altruista, in quanto parlare di etica risulta strettamente connesso alla presenza dell’altro, andando oltre “io” e “te” (Singer, 1979). Il riconoscimento dell’altro pone l’agente morale nella condizione di essere un osservatore ideale, con capacità di astrazione dal contesto che gli attribuisce uno sguardo dall’esterno.

VENERE IN CORNICE – L’orologio da polso è una “ciambella spadaccina” del Sole da Est a Ovest – The wristwatch is a “swordsman doughnut” of the Sun from East to West

Per Saba, il tempo torna sempre a se stesso (dal presente che posticipa il passato per anticipare il futuro), in via rotonda: questa sarà dunque…

In Memoriam

[Nota dell’autore. Ho iniziato a pubblicare interventi nel Web nel gennaio 2007, sul blog di un noto filosofo italiano. Ho sempre considerato tale attività alla stregua di una missione a beneficio dell’intera collettività, anche quando le reazioni esplicite dei lettori ai miei interventi sono state abbastanza provocatorie o piuttosto sporadiche. È con siffatto spirito che propongo questo nuovo articolo in ScuolaFilosofica.]

Il 5 Marzo 2024 ricorrevano 30 anni dalla morte del matematico, logico e scacchista Roberto Magari. Nel mio articolo Considerazioni diverse sulla presenza di Dio ho già parlato di lui.

Ho trovato un filmato che mostra Roberto Magari insieme al suo amico Mario Leoncini, dove il Nostro esprime una breve meditazione sulla morte, basandosi su ben determinate opere letterarie:

Nei giorni scorsi ho avuto uno scambio di messaggi e-mail con il Maestro di scacchi e storico degli stessi Mario Leoncini, il quale mi ha riferito quanto segue. Il breve filmato risale al novembre 1993, pochi mesi prima della morte di Roberto Magari. Come appare evidente, egli era in una fase avanzata della sua malattia. Le riprese si svolsero nella località toscana di Monti in Chianti, vicino al torrente Arbia, presso una casa colonica adibita a luogo di svago e di studio.

VENERE IN CORNICE – Un vero professionista sa destreggiarsi pure coi remi al posto dei gomiti / A real freelancer is able to juggle also with the oars in place of the elbows

Per Edoardo Nesi, la vita non s’accontenta di scuotere, mentre ambisce a far sdraiare, per il “conto totale”. Forse sarà utile “l’allenarsi” all’attrazione per una…

Defining Intelligence as a Cognitive Capacity – A Reply to a Reader

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Diagram_of_the_brain._Wellcome_L0008294.jpg

How do you define intelligence in the cognitive domain?

I never delved deeply into the intelligence-mind problem. Defining intelligence is a slipper problem and, in my opinion, not necessarily very interesting. Moreover, there is too much talk about it, which shows that we are possibly hitting a wall. When I first read Turing and approached the philosophy of mind, I never believed there was much promise in that space (definition of intelligence) for many reasons. One reason is the significant confusion about what we can confidently claim to know versus what remains unknown or not fully understood from the neurobiological perspective. When Turing tackled the topic, he simply demonstrated that intelligence essentially boils down to performance when it can be concretely defined. In other words, if x produces y, and if a human would produce y in a manner that we, as humans, would deem intelligent, then x is intelligent (thus, the trick lies in constructing a transitive argument for comparison, etc., which is fair enough for programmers or pure logicians attempting to create some form of computing machine). Turing was very candid in setting limits to the thought experiment. I believe that intelligence pertains to a certain type of performance that necessitates specific properties at the causal level.

[I] If S produces x through I, where I has causal capacity such that x is not produced by chance and x achieve a solution for a given problem, then S is intelligent.

A Pluralistic Understanding of Time – Time as Eternal truths

Abstract

‘Time is said in many ways’, to paraphrase Aristotle. In this essay, time is comprehended in four distinct yet parallel ways: subjective time, event time, conventional time, and landscape time. Subjective time measures the interval between two subjective experiences recorded by memory. Event time represents the order of events involved in a process. Conventional time is the measurement of a given physical interval registered by a clock and intersubjectively assumed as common. Landscape time refers to the current disposition of all changing facts in the universe. These four types of time are independent and autonomous from one another, as the essay will demonstrate. Although distinct, these time types can be related, collectively contributing to our understanding of the concept of time and how we use the term in language. The conclusion supports a pluralistic view of time, where time is partitioned into four categories, each explaining a distinct portion of reality.


Introduction – Time in the History of Philosophy

Time was not a major concern of the Greek-Roman philosophical tradition. From one side, time was conceived as the form of the appearances, that is of what it does not exist. Parmenides, essentially, banned time from his ontology, as the only things that exist is ‘the being,’ which was to be intended as eternal, meaning a-temporal, an object that does not change, hence does not exist in time.[1] Any subsequent metaphysical approach which endorsed implicitly or explicitly any form of Parmenidean ontology (something that does exist in its perfection because it never changes) is, in a way or another, banning time in a very fundamental sense.[2] Both Plato and Aristotle essentially (here intended ‘literally,’ i.e. in their understanding of what ‘really exists’) endorsed Parmenides’ vision. For some interesting reasons, today this notion is called ‘Platonic,’ but the conception of a perfect unchanging being independent from how things look like in and through time is, in fact, originated by Parmenides.

VENERE IN CORNICE – La meditazione per l’eternità di Asclepio fra le spire dell’acqua fendente / The meditation for all eternity of Asclepius between the coils of the cleaving water

Matteo Corradini fantastica su un serpente… “viaggiatore”. Esso avrà la pelle bianca, ma con un fiocco celeste alla base della testa. Nessuno è abituato a…

Pasquale Vitale – Filosofia Medievale

Filosofia Medievale. Storie, opere e concetti. I saperi fondamentali che hanno plasmato la società occidentale (Diarkos)

Al fine di rivelare i fondamenti della società occidentale moderna, sviscerandone le basi di pensiero per comprenderne a pieno l’essenza, è buona norma far poggiare i propri sforzi di studio sui grandi nomi della trattatistica filosofica medievale. Una prospettiva compendiale del settore della medievalistica, puramente filosofica, richiede di concentrare le principali teorizzazioni di pensatori diversi, anche piuttosto distanti nel tempo e nello spazio, al fine di rivelare una soggiacente base comune concorrente alla formazione, in diacronia, del pensiero occidentale.